Report di impatto 2021, obiettivi e orizzonti normativi. Intervista a Roberto Grossi

Quali sono gli obiettivi di un Report di impatto? Come cambierà questo strumento alla luce delle normative europee che imporranno una sempre maggiore trasparenza sulla rendicontazione dei risvolti ambientali, sociali e di governance (ESG) degli investimenti?

A dare una risposta a queste e altre domande è Roberto Grossi, Vicedirettore generale di Etica Sgr, intervenuto nel corso della trasmissione BlueAcademy.

Report di impatto 2021, trasparenza e orizzonti normativi

Giunto alla quinta edizione, il Report di impatto di Etica SGR risponde a due esigenze diverse ma convergenti. «Da un lato, la clientela vuole avere sempre maggiore contezza di come viene investito il suo denaro», spiega Grossi. «Dall’altro lato, siamo nel pieno di uno tsunami normativo, per esempio con la tassonomia europea e il regolamento 2019/2088. Non a caso, l’ultimo report cerca di accelerare i tempi, interpretando queste norme che sono ancora in divenire».

I risultati ambientali, sociali e di governance di Etica Sgr

Il Report di Etica Sgr è in continua evoluzione. Nasce con la volontà di misurare l’impatto della selezione dei titoli, prendendo come riferimento i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. «Nel corso del tempo gli indicatori cambiano insieme al mondo in cui viviamo. Con la pandemia, per esempio, hanno acquisito una valenza molto importante gli aspetti sociali come la sicurezza dei lavoratori, l’accesso alle cure mediche e così via. Anche la trasparenza fiscale è un tema di grande attualità, perché gli introiti delle tasse sono risorse che lo Stato può spendere per il benessere dei cittadini», continua Grossi.

Il documento quindi permette innanzitutto di capire se la metodologia di selezione dei titoli garantisca un delta positivo rispetto al benchmark di riferimento scelto, l’indice MCSI World. Qualche esempio? Le società che hanno definito obiettivi allineati all’accordo di Parigi (Science-Based Targets) sono il 119% in più rispetto al benchmark. Le società che adottano politiche contro il lavoro minorile, al proprio interno e lungo la catena di fornitura, sono il 20% in più. Passando alla governance, si evidenzia un +29% di società con un comitato responsabile delle tematiche di sostenibilità e +18% di società in cui almeno un quinto dei ruoli dirigenziali è affidato a donne.

Il dialogo con le aziende

Nel 2020 e 2021 è stata aggiunta una seconda misurazione, relativa stavolta all’impatto delle attività di engagement. «Come investitori responsabili, da sempre abbiamo adottato un approccio costruttivo con le aziende in cui investono i fondi. Quando selezioniamo le imprese, cerchiamo di instaurare con loro un dialogo per portarle ad essere sempre più virtuose», spiega Grossi. Tenendo sempre in considerazione un aspetto: «Quest’attività è molto time consuming. Ci vuole tempo perché un’azionista di minoranza venga ascoltato, ci vuole tempo perché l’azienda si strutturi in modo tale da poter rispondere a determinate istanze».

Secondo i risultati del Report di impatto circa i quesiti ambientali, il 28% delle risposte ottenute dalle aziende può essere ritenuto soddisfacente. Sul tema sociale si arriva al 44%. La governance si colloca a metà tra questi due dati, con il 36%.

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