Report di Impatto 2019 di Etica Sgr

Il Report di Impatto è lo strumento con cui Etica Sgr misura l’impatto ambientale, sociale e di governance degli investimenti azionari dei fondi di Etica Sgr (rispetto al mercato di riferimento o benchmark[1]) e delle attività di dialogo con le società oggetto di investimento.

Il documento completo del Report di Impatto è scaricabile in formato pdf cliccando qui.

Misurare l’impatto con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Lo studio prende in considerazione i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs)[2], definiti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione sottoscritto dai governi di 193 Paesi membri dell’ONU per conciliare la crescita economica con l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente.

In particolare, ad ogni indicatore di impatto e ad ogni tema di dialogo sono stati associati target legati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), selezionati tra i 169 concordati dalle Nazioni Unite[3]

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I principali risultati del Report di Impatto 2019

Tutti i seguenti dati sono riferiti alle società nei portafogli dei fondi di Etica Sgr rispetto al mercato (benchmark).

L’impatto ambientale

L’Homo sapiens è comparso sulla Terra circa 2-300.000 anni fa. Le attività umane hanno segnato fin da subito il pianeta, anche se per millenni l’impatto è stato relativamente contenuto. Non è un caso che il Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen ha definito l’era successiva alla comparsa dell’uomo “antropocene” (dal greco anthropos: uomo). Poi, negli ultimi due secoli, qualcosa è cambiato repentinamente.

Il progresso ha sviluppato in modo esponenziale l’impatto sul territorio delle attività umane fino a raggiungere un’entità e una vastità tale da provocare cambiamenti enormi per il pianeta. Oggi l’uomo ha trasformato con le sue attività circa il 50% della superficie terrestre, usa direttamente e indirettamente più di metà delle riserve di acqua dolce, ha causato l’emissione di un’enorme quantità di gas a effetto serra in atmosfera, ha alterato in modo sostanziale gli habitat marini e ha ridotto del 50% le zone umide.

Ambiente
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Le società che hanno definito obiettivi di riduzione delle emissioni
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Le società che si impegnano pubblicamente a ridurre l’utilizzo di acqua e aumentare l’efficienza idrica dei processi
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Le società che sviluppano iniziative per ridurre i rifiuti generati

  • Continua a leggere: l'impatto ambientale

    La domanda annuale di risorse come acqua, cibo, fibre, legno e l’assorbimento di anidride carbonica richiesti dall’umanità superano l’ammontare di risorse biologiche che gli ecosistemi sono in grado di rigenerare: la cosiddetta “biocapacità globale”.

    Secondo i calcoli del Global Footprint Network nel 2019 la popolazione mondiale ha utilizzato risorse pari a quasi due pianeti: 1,75 precisamente. Questo vuol dire che stiamo accumulando “un debito pubblico ambientale” che avrà pesanti conseguenze sociali, geopolitiche, economiche e finanziarie. Probabilmente metterà a rischio anche l’umanità stessa, per quanto attiene alla sua salute e prosperità, come si legge nel documento redatto dalle Nazioni Unite Global Environment Outlook. Inoltre entro il 2050 – come certifica il rapporto Our Planet: Healthy Planet, Healthy People, redatto da 250 scienziati ed esperti di 70 Paesi diversi – il pianeta potrebbe essere abitato da 10 miliardi di persone. Ciò significa che avremo bisogno del 50% in più di cibo e del 50-60% in più di energia.

    La comunità politica, scientifica ed economica internazionale attribuisce sempre più importanza ai rischi legati alla sostenibilità ambientale. Joyce Msuya, Vicedirettrice del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) ha dichiarato: «Siamo a un bivio. Continuare sulla via attuale, che porterà a un futuro oscuro per l’umanità, o prendere la via dello sviluppo sostenibile».

    In questo contesto anche le imprese hanno un impatto significativo, ad esempio in relazione alle emissioni di gas climalteranti e di sostanze dannose per la salute, alla creazione di rifiuti, allo sfruttamento di foreste, di acqua e di altre risorse naturali. In qualità di investitore responsabile, Etica Sgr dialoga con le società nelle quali investono i propri fondi comuni per proporre un uso più efficiente delle risorse naturali, sia in qualità sia in quantità, e per spronarle ad adottare strategie sostenibili e responsabili. L’obiettivo è «rispondere alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie8». Etica Sgr è da sempre in prima linea sul tema ambientale, in particolare nell’azione rispetto al cambiamento climatico e alla gestione delle risorse e degli impatti ambientali.


L’impatto sociale

Non ci sono dubbi sull’importanza e sull’urgenza del tema ambientale, tuttavia non si può trascurare la questione sociale, con tutte le sue innumerevoli implicazioni sui diritti umani, il lavoro, l’equità e la giustizia.

Etica Sgr, in qualità di investitore responsabile, lavora per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile che sia equilibrato tra ambiente e sociale, capace di evitare ingiustizie particolari al fine di perseguire obiettivi globali. La strada che abbiamo deciso di prendere è quella della Just Transition (in italiano “Transizione Giusta”). Un approccio sviluppato dal movimento sindacale per comprendere una serie di interventi necessari a garantire i diritti sociali e le condizioni di vita dei lavoratori mentre le economie si stanno spostando verso una produzione sostenibile.

Per questo motivo, nel 2019 abbiamo sottoscritto la campagna “Statement of Investor Commitment to Support a Just Transition on Climate Change” (in italiano “Dichiarazione di impegno degli investitori per una transizione giusta ad un’economia a basso impatto per il clima”).

Società
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Media posti di lavoro creati dalle società in portafoglio nell’ultimo anno
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Le società che adottano politiche formali per prevenire il lavoro minorile al proprio interno
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Le società che adottano politiche formali sul rispetto dei diritti umani

  • Continua a leggere: l'impatto sociale

    L’importanza delle istanze sociali negli investimenti responsabili riguarda anche il fenomeno dell’immenso spostamento della produzione dai Paesi industrializzati ai Paesi in via di sviluppo. Il motore di questo trasferimento di dimensione globale, è principalmente la riduzione dei costi. Questi “nuovi Paesi manifatturieri” non hanno ancora sviluppato legislazioni stringenti sui diritti dei lavoratori e presentano una minore trasparenza e rendicontazione, rendendo così più difficile il monitoraggio della catena di fornitura. Esiste oggi una vasta letteratura che sostiene come aziende con strategie più responsabili circa i temi sociali e i diritti umani possano sviluppare vantaggi competitivi nel lungo periodo rispetto a chi non presta la dovuta attenzione agli stessi aspetti.

    Rispettare i diritti dei lavoratori, consultare le comunità locali e investire per lo sviluppo sociale delle regioni in cui si opera permette generalmente alle aziende di essere meno esposte a scioperi e incidenti sul lavoro, oltre che presentare una gestione più efficace dei possibili futuri rischi reputazionali e legali.

    Inoltre a chiedere un maggiore impegno sulle tematiche sociali sono gli stessi consumatori: lo sostiene uno studio condotto dall’ente di certificazione Dnv Gl – Business Assurance e dall’istituto di ricerca Gfk. Dalla ricerca è emerso che il 96% delle società, al momento di scegliere un fornitore, considera gli aspetti legati alla sostenibilità, come per esempio la sicurezza dei lavoratori oltre agli aspetti economici. Lo studio sostiene inoltre che l’80% delle imprese è stata oggetto di pressioni da parte dei consumatori per dimostrare la sostenibilità della catena di fornitura. La buona condotta sociale di un’impresa può, quindi, avere effetti positivi sul suo bilancio in termini di minori costi e di maggiori ritorni sugli investimenti.

    Etica Sgr, riguardo al tema sociale, si è dedicata in particolare alla dignità del lavoro e ai diritti umani lungo la catena di fornitura.


L’impatto della governance

La governance aziendale è un tema oggetto di grande dibattito e che ha vissuto diversi cambiamenti di paradigma nel corso degli anni. L’analisi strutturata del buon governo aziendale si concretizza negli anni ottanta del Novecento, quando si è cominciato a teorizzare che l’uomo non può essere solo un mezzo delle azioni di altri uomini, ma anche un fine.

In un primo momento l’orientamento al tema era improntato alla massimizzazione del valore per l’azionista (inteso come rendimento azionario), ma questo approccio ha ben presto dimostrato i suoi limiti: il focus era troppo concentrato sui risultati di breve periodo e si finiva con lo sfavorire, in tal modo, l’impresa stessa nel lungo periodo.

Governance
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Le società con un comitato di sostenibilità in seno al CdA
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Le società con una presenza femminile in ruoli dirigenziali del 20% o maggiore
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Le società la cui politica di remunerazione variabile è legata a obiettivi ESG

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    Negli anni successivi il dibattito si è sviluppato intorno all’idea che l’impresa debba tener conto anche di coloro che non hanno un potere diretto su processi e profitti, ma sono soggetti alle conseguenze (ad esempio un impatto sociale negativo) e di avere il compito di accrescere la ricchezza generale. Più di recente il concetto di buon sistema di governo aziendale ha compiuto importanti passi in avanti, oggi i consiglieri e i dirigenti aziendali sono consci che occorre prendere in considerazione un ventaglio ampio di portatori di interesse tra cui i clienti, i dipendenti o l’ambiente circostante. Questo perché tutti questi attori possono rappresentare fonte di rischio e opportunità, da identificare e gestire al fine di determinare la prosperità dell’azienda.

    La questione della buona governance aziendale gode di ampia attenzione da parte degli investitori responsabili e può contare su un grande interesse da parte del pubblico.

    La struttura di governo societario di cui si dotano le società può avere conseguenze rilevanti a livello economico, sociale e, in definitiva, per tutti gli individui. Una realtà caratterizzata da una buona governance è più affidabile ed è capace di ottenere potenzialmente maggiori opportunità di crescita nel tempo. Come detto, i modelli di corporate governance sono un tema molto dibattuto e gli orientamenti in merito sono in continua evoluzione. Per questo, nel definire le strategie di dialogo in relazione alle singole politiche di governance, Etica Sgr considera le best practice a livello internazionale e le valuta in coerenza con le specificità locali, anche confrontandosi con esperti di settore.

    Per quanto riguarda l’approccio degli investitori sostenibili e responsabili rispetto al tema della governance, gli elementi principali di indagine riguardano: la struttura degli organismi societari, il grado di indipendenza e diversità – in particolare di genere – del Consiglio di Amministrazione (CdA), la separazione dei ruoli (Presidente e Amministratore Delegato/Direttore Generale) e, più in generale, l’equilibrio della rappresentanza degli interessi di proprietà e management all’interno del CdA. Altri elementi importanti sono la presenza di competenze su tematiche di sostenibilità rilevanti per il business aziendale e la politica retributiva e di incentivi trasparente, capace di prevedere obiettivi di sostenibilità coerenti con la strategia aziendale.

    Etica Sgr, riguardo al tema della governance, si è dedicata in particolare alla parità di genere, alla composizione del Consiglio di Amministrazione, alle politiche retributive, all’accountability (intesa in questo documento come la credibilità del management aziendale costruita nel tempo) e alla trasparenza della rendicontazione per gli azionisti.

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Note e riferimenti:

[1] MSCI World Index, https://www.msci.com/developed-markets
[2] The Sustainable Development Agenda, https://www.un.org/sustainabledevelopment/
[3] Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, https://sustainabledevelopment.un.org/topics/sustainabledevelopmentgoals

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