Rendicontazione non finanziaria: il punto a un anno dall’obbligo

Rendicontazione non finanziaria: dopo il primo anno dall’entrata in vigore della direttiva 2014/95/UE (recepita grazie all’emanazione del d.lgs. 254/2016), è stato pubblicato un interessante rapporto dal titolo Non-financial information as a driver of transformation. Evidence from Italyrealizzato da analisti CONSOB, Methodos e Nedcommunity.

Un documento di grande importanza per almeno due ragioni. Innanzitutto perché è la prima analisi sulle dichiarazioni non finanziarie, obbligatorie per le grandi imprese dal 2018, realizzata da una Authority di mercato in Europa. E perché l’analisi va oltre la verifica della mera applicazione degli obblighi di legge e si domanda quanto le informazioni di tipo ESG (ambientali, sociali e di governance) richieste dalla direttiva siano state integrate nella governance aziendale.

I risultati sulla rendicontazione non finanziaria

Rendicontazione

Dal report emerge che la direttiva sulla rendicontazione non finanziaria è stata interpretata prevalentemente come un obbligo di legge. Le 151 aziende analizzate che, nel corso del 2018, hanno pubblicato una dichiarazione non finanziaria hanno rendicontato le informazioni richieste dalla normativa, ma non hanno cambiato la propria governance.

Dall’analisi emerge che la maggior parte delle imprese ha operato in un’ottica di compliance. Pochissimi, e tutti di grandi dimensioni, gli emittenti che hanno avviato un vero processo di trasformazione capace di coinvolgere il business, la governance e le strategie aziendali. Il risultato non stupisce, il 2018 è stato il primo anno di applicazione della nuova disciplina e non esiste, probabilmente, una consapevolezza piena dello strumento.

Un’opportunità di cambiamento

L’aspetto più interessante del lavoro è il fatto che, nella sua analisi, abbia sottolineato le opportunità della trasformazione culturale che nasce dall’integrazione dei fattori ESG in azienda. La direttiva sulla rendicontazione non finanziaria può contribuire a un trasformazione culturale nell’approccio aziendale alla corporate governance. La rendicontazione delle informazioni non finanziarie può infatti dare impulso a un’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di buona governance in molte diverse aree dell’attività aziendale.

Gli effetti possono riguardare:

  • la mission dell’azienda;
  • l’attivazione di comportamenti virtuosi e progetti traversali e di lungo periodo;
  • la progressiva considerazione delle connessioni tra elementi finanziari e non finanziari negli strumenti di rendicontazione;
  • il coinvolgimento di stakeholder interni ed esterni nell’analisi di materialità;
  • l’inclusione dei rischi non finanziari nell’analisi dei rischi.

L’importanza dell’analisi di materialità

Uno degli elementi che gli analisti hanno identificato per cogliere il livello di trasformazione è proprio l’analisi di materialità. Uno strumento importante per identificare le priorità ambientali e sociali più rilevanti per un’azienda, coerentemente con la propria strategia. Dai dati emerge che pressoché tutte le società del campione hanno proposto un’analisi di materialità. Nell’identificazione dei temi rilevanti sono stati coinvolti frequentemente gli stakeholder interni (129 aziende hanno coinvolto organi interni e 47 i top manager) ma poche volte stakeholder esterni (solo 44 aziende).

Per quanto riguarda l’analisi di materialità nel piano strategico, dallo studio non risultano imprese che lo abbiano preso in considerazione. Nel campione del FTSE Mib, risulta che dodici aziende hanno inserito nel proprio piano strategico obiettivi di lungo periodo con il calcolo dell’impatto sulla creazione di valore. Cinque aziende hanno individuato i propri impatti prendendo in considerazione gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Il coinvolgimento dei Consigli di Amministrazione

Un altro aspetto analizzato dal report sulla rendicontazione non finanziaria riguarda la considerazione dei fattori ESG da parte dei Consigli di Amministrazione delle aziende. Le tematiche non finanziarie sono richiamate in 13 casi su 151 nell’ambito della board evaluation e in 11 linee guida rilasciate dal Consiglio uscente su un totale pari a 52. Inoltre, 32 imprese hanno organizzato programmi di introduzione a favore dei Consiglieri su temi non finanziari durante l’anno. Infine, 45 imprese hanno istituito un Comitato di sostenibilità, la cui funzione nella maggior parte dei casi è stata combinata con altri comitati, prevalentemente di controllo interno o gestione del rischio.

Rendicontazione non finanziaria in Etica Sgr

Etica Sgr è attiva nella rendicontazione non finanziaria da ben prima che fosse obbligatorio. L’obiettivo è favorire un dialogo trasparente e coerente con i portatori di interesse: insieme a loro, attraverso l’analisi di materialità, individuiamo le tematiche più rilevanti da inserire nel report. Oltre ai risultati economici, nel nostro Bilancio Integrato illustriamo i dati che riguardano la governance, i rapporti con i dipendenti e con gli altri attori del mercato, e gli impatti sulla comunità e sull’ambiente.

Come attesta il nostro Statuto, ci proponiamo «di rappresentare i valori della finanza etica nei mercati finanziari e di sensibilizzare il pubblico nei confronti degli investimenti socialmente responsabili e della responsabilità sociale d’impresa» (art. 4). La responsabilità sociale d’impresa è, dunque, un nostro principio fondativo che, oltre alla nostra struttura organizzativa e alle nostre attività, impronta le modalità di relazione con tutti i nostri portatori di interesse.

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