L’Italia è in ritardo nel raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030

SGGs

Non abbiamo molto tempo a disposizione per garantirci un futuro sostenibile. È con queste parole che ASviS presenta il suo Rapporto 2022. Giunto alla settima edizione, il documento fornisce una fotografia dell’Italia nel suo cammino verso il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030: il piano d’azione per la pace, la prosperità e la salvaguardia del pianeta adottato nel 2015 da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite.

Le 240 pagine del Rapporto ASviS utilizzano oltre cento indicatori con l’obiettivo di analizzare i progressi e le battute d’arresto in ognuno dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs). La situazione del nostro Paese non è delle più dinamiche e si può riassumere con due parole: rallentamento e immobilità. In sostanza, come dichiara la presidente dell’ASviS Marcella Mallen, gli indicatori di sostenibilità dell’Italia, in particolare quelli sociali e ambientali, sono in peggioramento.

I miglioramenti nel breve periodo (2019-2021) registrati dall’Italia nella creazione di resilienza, sostenibilità ed equità si fermano infatti solo all’11%. Migliorano gli indici di appena due goal su diciassette: “Energia pulita e accessibile” (Goal 7) e “Lavoro dignitoso e crescita economica” (Goal 8). Rallentano gli indici di dieci obiettivi (Goal 1, 3, 4, 5, 6, 9, 10, 15, 16 e 17) e restano pressoché immobili gli altri.

Una conferma che gli effetti negativi innescati dalla crisi pandemica non si sono ancora esauriti. Prima di approfondire le ragioni del rallentamento che ha interessato la quasi totalità degli obiettivi di sostenibilità indicati nell’Agenda Onu, è utile cercare di capire le ragioni che hanno permesso all’Italia di migliorare sotto il profilo delle “Fonti d’Energia Rinnovabile” (FER) e della “Situazione occupazionale”.

L’Italia e le energie rinnovabili, una crescita troppo lenta per raggiungere gli obiettivi al 2030

Partiamo dall’energia. In Italia tra il 2006 e il 2021 è aumentato del 10,7% l’indicatore della quota di energia da fonti rinnovabili ma, dopo lo slancio iniziale, il progresso è rallentato anno dopo anno, arrivando a crescere alla velocità media di appena 1,6 punti percentuali negli ultimi 5 anni. Troppo poco per raggiungere il target fissato dall’Agenda Onu, ovvero il 45% di rinnovabili nel mix energetico. Oggi in Italia l’energia prodotta da eolico, fotovoltaico e idroelettrico si attesta intorno al 22% del totale, dovremo quindi raddoppiarla per centrare l’obiettivo al 2030.

Per concretizzare questo risultato sarà necessario aumentare gli impianti, diminuire i consumi e ampliare la capacità di autoproduzione come ad esempio attraverso le comunità energetiche, associazioni di persone fisiche o giuridiche (dalle persone che vivono nelle stesso quartiere, a piccole e medie imprese o enti pubblici e privati) che producono in maniera autonoma energia rinnovabile, condividendola, riducendo le emissioni di CO2, gli sprechi energetici e abbassando i costi.

Tuttavia relativamente a questo Goal l’Italia registra un concreto aumento rispetto al 2019, come mai? L’aumento delle fonti energetiche rinnovabili (FER) osservato nel 2020 è dovuto alla diminuzione dei consumi di energia per uso industriale avvenuto durante i periodi di lockdown e non alla crescita della potenza installata di energie rinnovabili. A conferma di ciò, nel 2021, con la ripresa dell’attività economica, si registra un peggioramento dell’indicatore che scende di 1,4 punti percentuali.

Non è un paese per giovani, cala l’occupazione degli under 35 e crescono le disuguaglianze di reddito

Per quanto riguarda il lavoro e la crescita economica, per valutare l’effettiva bontà dei miglioramenti dell’Italia, è utile un confronto dei nostri risultati sia con la media dell’Unione Europea sia valutando i dati alla luce delle variazioni tra lungo e breve periodo.

Partiamo dalla diminuzione del part-time involontario, ovvero della quota di lavoratrici e lavoratori che scelgono l’orario parziale non per ragioni personali, ma in assenza di contratti migliori. Gli “involontari” rispetto al 2019 registrano un calo dello 0,5%, attestandosi nel 2021 all’11,3% della forza lavoro. Un flebile miglioramento che appare ancora più fragile se confrontato con il dato del 2010: rispetto ad allora la quota di lavoratori part-time involontari è aumentata del 3,7%. Tuttavia, registriamo ancora una buona performance rispetto alla media europea che è stimata al 21,9%, circa il doppio della nostra.

Sono riscontrabili criticità anche nel secondo dato che permette a questo settore di essere “promosso” dal report ASviS 2022; ovvero l’aumento nel 2021 del Pil pro capite a 28.381 euro annui dai 26.860 euro del 2019. Infatti, a monte di questo aumento, bisogna considerare altri due dati tutt’altro che positivi: un peggioramento dell’indice di disuguaglianza per quanto riguarda il reddito disponibile (che cresce dello 0,4%) e una diminuzione dell’occupazione giovanile (che scende dello 0,1%).

Entrambi questi dati evidenziano come negli ultimi due anni si siano ulteriormente ampliate le disuguaglianze presenti nel nostro Paese, soprattutto a danno dei più giovani. Un dato, inoltre, è particolarmente allarmante ed è quello relativo al primo aumento, dopo 14 anni, della percentuale di giovani che non studiano e non cercano lavoro, i cosiddetti NEET che salgono di 1,1 punti percentuali.

obiettivi sviluppo sostenibile - italia in ritardo, a danno dei più giovani

L’analisi fin qui condotta riguarda, lo ricordiamo, gli unici due SDG goals che, rispetto al 2019, presentano dei miglioramenti. I rimanenti 12 goals (con l’esclusione degli obiettivi 11, 12 e 14 non interamente analizzabili per mancanza di dati) registrano un livello che si pone al di sotto di quello del 2019 con l’esclusione di due soli casi che rimangano invece stabili. Partiamo ad analizzare più nel dettaglio proprio questi ultimi due: Sconfiggere la fame (Goal 2) e Lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13).

Le emissioni del 2021 vanificano il calo di gas climalteranti registrato durante la pandemia

Per quanto riguarda il Goal 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”, anche qui, come per le fonti energetiche rinnovabili, pesa il fattore lockdown che è responsabile nel 2020 di un miglioramento del livello delle emissioni climalteranti compensato da un equivalente peggioramento nel 2021. La situazione attuale per quanto riguarda le emissioni pro capite di gas serra torna quindi ai livelli del 2019, ovvero 7,2 tonnellate di petrolio equivalente.

L’analisi di questo indice si presta come esempio per evidenziare come il miglioramento delle performance in ogni ambito non sia mai riducibile a un solo elemento. Infatti, per permettere all’indice di riferimento di progredire, fattori diversi e complementari devono sempre svilupparsi armonicamente.

Calo dei redditi e inflazione pregiudicano i risultati ottenuti nell’accesso al cibo di qualità

Per fare un esempio: la composizione dell’indice “Sconfiggere la fame” (Goal 2) è particolarmente variegata e comprende la cultura dell’alimentazione, la superficie agricola destinata a colture biologiche, il caro vita e gli effetti di eventi climatici avversi sui volumi produttivi.

Se da una parte negli ultimi 20 anni è aumentata la quota di superficie destinata all’agricoltura biologica, dall’altra, in particolare dal 2019 al 2020, è aumentata di circa il 20% anche la quota di fertilizzanti utilizzati. Un fattore, quest’ultimo, che determina una valutazione negativa del trend di breve periodo.

Stesso discorso per quanto riguarda l’accesso al cibo di qualità: se da una parte gli aiuti economici dei Decreti Legge emanati durante la crisi sanitaria hanno consentito l’accesso al cibo a fasce sociali in difficoltà, permane una quota considerevole di popolazione che, per problemi di reddito e per l’effetto dell’inflazione non riesce ad accedere a una dieta equilibrata e sana; il 18,7% nel 2020 rispetto al 17,6% del 2021.

L’insieme di tutti questi fattori, che determinano un andamento stabile ma non positivo di questo indice, mettono in luce la necessità di investire in nuove soluzioni per migliorare la resilienza del comparto agricolo che abbiano come scopo quello di creare un giusto equilibrio tra risultati economici, protezione dell’ambiente e benessere sociale.

Etica Sgr, fin dalla sua fondazione, supporta la diffusione delle pratiche di economia circolare in agricoltura e l’utilizzo sostenibile delle materie prime. Il Gruppo ha inoltre messo in campo azioni concrete per il sostegno del lavoro responsabile in agricoltura e per il supporto agli operatori del settore. Come il progetto SfruttaZero che attraverso un dispositivo di microfinanziamenti, favorisce la nascita di nuove aziende e tramite crowdfunding supporta iniziative di valore per la costruzione di una filiera più virtuosa, sostenibile, competitiva e responsabile.

Andiamo ora ad analizzare i dieci obiettivi di sviluppo sostenibile che ricevono invece il segno negativo. Eccoli uno per uno.

Sconfiggere la povertà (Goal 1)

Non migliorano i risultati relativi al primo obiettivo dell’Agenda Onu 2030. Tra il 2019 e il 2021 la povertà assoluta, ovvero l’impossibilità di una famiglia nel sostenere le spese essenziali, è aumentata dell’1,7%, arrivando a coinvolgere il 9,4% della popolazione italiana. Circa 2 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui.

Questo livello è il più alto mai registrato nell’arco di tutta la serie storica analizzata ed è più che raddoppiato rispetto al 2010. A livello di classe di età sono soprattutto i minori e i giovani fino a 34 anni i più colpiti. Oggi più di 800 milioni di persone nel mondo, delle quali circa il 70% sono donne, vivono in condizioni di estrema indigenza.

obiettivo di sviluppo sostenibile - povertà

Salute e Benessere (Goal 3)

Anche questo indicatore è tra i dieci che nel breve periodo (2019-2021) hanno subìto un calo. Tuttavia il comparto recupera quasi i livelli pre-pandemia per quasi tutti i micro indicatori come, per esempio, per la speranza di vita che nel 2021 è inferiore di soli 0,8 punti percentuali rispetto al 2019 considerando che ad oggi non si sono esauriti gli eccessi di mortalità dovuti al Covid-19. Da sottolineare che a influire sulla performance negativa dell’intero indice del terzo goal, è anche l’aumento dei fumatori che salgono dello 0,8%.

Istruzione di qualità (Goal 4)

La principale causa dell’andamento negativo di questo indice è la flessione dell’1,6% della percentuale di persone che leggono libri e giornali oltre alla riduzione significativa della quota di laureati, che calano di 1 punto percentuale. Inoltre nel 2021 è diminuita dello 0,9% la quantità di tempo dedicato alla formazione continua: significa che nel 2021 le persone si sono formate meno che nel 2020, quando questa attività è stata di fatto sospesa. E non si è osservato alcun miglioramento nemmeno dell’indice di abbandono scolastico che rimane stabile: +0,9% sul 2019.

Parità di genere (Goal 5)

Nel 2020, a causa della crisi pandemica, si è verificato un netto peggioramento dell’indice di parità di genere solo in parte recuperato dalla ripresa del 2021. La crisi sanitaria, come sottolinea la Presidente della BCE Christine Lagarde in un articolo sul tema, ha alzato il velo sulla situazione di forte sbilanciamento delle responsabilità familiari e evidenziato come la popolazione femminile, per dedicare cure e attenzione, non solo a figli ma anche a parenti fragili, si trovi troppo spesso a dover rinunciare alla carriera. In Italia, nel 2021, il tasso di occupazione femminile diminuisce rispetto al periodo precedente la pandemia mentre cresce il divario di occupazione tra donne con figli e donne senza figli, -2,4 punti percentuali rispetto al dato del 2019.

La parità di genere è la pietra angolare per la costruzione del benessere collettivo. I benefici che nascono dal sostenere azioni che promuovano il ruolo attivo delle donne, che sostengano la leadership femminile e che contrastino il gap salariale, si riflettono positivamente su tutti. Nessuno escluso. Per questo progetti di educazione finanziaria come MIO IL DENARO MIA LA SCELTA! di Etica Sgr e Fondazione Finanza Etica o i corsi gratuiti di tutoring e mentoring no profit, che nascono spontaneamente grazie alle energie femminili, sono di fondamentale importanza per rendere ancora più forte la rete dell’intraprendenza femminile

Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Goal 6)

Favorire comportamenti virtuosi e incentivare il senso di responsabilità verso le risorse idriche è un passaggio cruciale per realizzare la sostenibilità ambientale. L’acqua è una risorsa fondamentale e, purtroppo, non è una risorsa rinnovabile. Ogni anno la quantità di acqua dolce disponibile sul pianeta diminuisce e la siccità anomala dell’estate del 2022 ha dimostrato come gli effetti del cambiamento climatico possano determinare il futuro dei territori e mettere a serio rischio interi ecosistemi. In Italia l’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua, oltre a essere al di sotto dell’obiettivo, è diminuita costantemente per tutto il periodo analizzato. Dopo un periodo di stabilità tra il 2005 e il 2008, ha perso 9,4 punti percentuali tra il 2009 e il 2018 e ancora oggi si perde in media il 42% di acqua a causa delle falle degli acquedotti.

Imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9)

L’obiettivo principale del Goal 9 è raggiungere, entro il 2030, la quota del 3% del Pil per la Ricerca e Sviluppo. Per farlo è necessario aumentare il numero di laureati e dottorati, incentivare le imprese italiane ad assumerli e destinare più fondi pubblici per la ricerca e sviluppo (R&S). In questo indice nel 2021 l’Italia realizza il peggior risultato degli ultimi quattro anni. Le imprese innovative calano di 4,7 punti percentuali e diminuiscono sia il numero di occupati sia quello dei laureati in materie scientifico-tecnologiche.

Ridurre le disuguaglianze (Goal 10)

Il Goal 10, Ridurre le disuguaglianze, può essere un indicatore che permette di vedere l’Italia del futuro che, secondo le previsioni, si appresta a diventare un Paese con nuclei familiari sempre meno numerosi e con profonde e croniche disuguaglianze a livello territoriale che potrebbero essere causa di uno sviluppo poco uniforme e di una maggiore esclusione sociale. Una previsione frutto dell’effetto combinato del peggioramento dell’indice di disuguaglianza del reddito disponibile, che aumenta di 0,4 punti percentuali tra il 2019 al 2021, e della diminuzione dell’occupazione giovanile, -0,1% rispetto al 2019.

Vita sulla terra (Goal 15)

L’indicatore principale che determina lo stato di salute di questo Goal è il consumo di suolo, responsabile della frammentazione del paesaggio con gravi conseguenze sugli animali, la vegetazione e i bacini idrici. Nell’ultimo anno le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 69,1 km2, per una media di consumo di circa 19 ettari al giorno, pari a 27 campi da calcio. Anche qui la pandemia ha determinato una diminuzione dell’incremento del consumo di suolo nel 2020 (-7,5% ettari consumati rispetto all’anno precedente). Successivamente, nel 2021, l’aumento del consumo di suolo supera la percentuale registrata nel 2019 e si attesta come il valore più alto negli ultimi dieci anni.

Pace, Giustizia e Istituzioni Solide (Goal 16)

Il disinteresse verso la partecipazione sociale è l’aspetto più preoccupante che emerge dall’analisi di questo indicatore. Nel 2021 l’indice che misura il grado di coinvolgimento sociale e il rapporto tra cittadini e istituzioni tocca il valore più basso degli ultimi 11 anni, passando dal 21,6% al 14,6%. Invece a livello europeo si assiste a un’inversione di tendenza causata principalmente dal crollo della fiducia nelle istituzioni europee da parte dei cittadini: -4% rispetto al 2019. Risulta perciò evidente la necessità di rinsaldare il patto di fiducia tra istituzioni e cittadini, motore abilitante e condizione essenziale per la realizzazione del Green Deal Europeo.

Partnership per gli obiettivi (Goal 17)

L’ultimo goal ricorda la vocazione storica dell’Italia: quella di un Paese chiamato, per ragioni prima di tutto geografiche, a un’intensa cooperazione con i Paesi del Mediterraneo e dell’Africa. Il ruolo dell’Italia è fondamentale per superare tensioni e conflitti e per disegnare uno sviluppo sostenibile e condiviso. Per questo motivo è necessario dare concretezza all’impegno internazionale di stanziare, entro il 2030, lo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo per contrastare l’aumento della povertà assoluta e delle disuguaglianze a livello mondiale. Nel 2021 ASviS registra un miglioramento generalizzato dell’indice ma non sufficiente a compensare la variazione negativa del 2020 determinata soprattutto dall’aumento del debito pubblico, +16,5 punti percentuali nell’ultimo biennio analizzato.

Etica Sgr: finanza etica e investimenti responsabili ESG

Il quadro fin qui delineato mostra come per generare effetti positivi e di lunga durata è necessario un impegno congiunto di tutti gli attori sociali: dalle istituzioni ai singoli cittadini affinché il concetto di sostenibilità divenga centrale nel dibattito pubblico e si diffonda, in ogni scelta quotidiana, un approccio etico e il più possibile inclusivo, l’unico capace di restituire effetti positivi per l’ambiente e la società.

La finanza ha oggi un ruolo decisivo per promuovere lo sviluppo sostenibile. Etica Sgr ha preso un impegno cruciale per orientare la sua azione agli SDGs. Per monitorare la sua attività ogni anno realizza il Report di impatto, documento che misura l’impatto ambientale, sociale e di governance degli investimenti azionari, prendendo come riferimento gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Etica Sgr prende in considerazione gli SDGs anche per l’attività di engagement, ovvero il dialogo con il top management e il voto in assemblea delle aziende nelle quali investono i nostri fondi. L’obiettivo è sollecitare le imprese a intraprendere condotte sempre più responsabili e sostenibili. Così, ad ogni ambito strategico di engagement, è stato associato l’Obiettivo di sviluppo sostenibile corrispondente, toccando tematiche come la salute, l’istruzione, la parità di genere, la lotta alla povertà e la salvaguardia ambientale.

 

Si prega di leggere le Note legali.

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