Più green meno washing: la Sec contro l’ambientalismo di facciata

Ambiente, ambientalismo. greenwashing

Green, plastic free, net-zero, gender-inclusive, carbon positive… le parole sono importanti. Troppo spesso però questi termini, che dovrebbero indicare obiettivi raggiunti e comprovati, sono invece utilizzati in modo poco consono. Il cosiddetto Greenwashing, un neologismo che generalmente viene tradotto come ecologismo di facciata o ambientalismo di facciata, ovvero quella strategia di comunicazione finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti.

Consapevolezza e azioni concrete: la vision di Etica Sgr

I fondi di Etica Sgr utilizzano una metodologia proprietaria basata su criteri di valutazione che analizzano in modo dettagliato gli emittenti, per assicurare non solo l’esclusione di investimenti in società e settori particolarmente inquinanti ma, soprattutto, per scegliere società e Stati che in modo concreto e misurabile perseguono strategie green e di sostenibilità.

Stop al greenwashing: la proposta della Sec

L’ultima risoluzione proposta dalla Sec, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori (la Consob americana per intenderci), rientra proprio nelle azioni volte a frenare i tentativi di greenwashing. La Securities and Exchange Commission ha dato infatti il via alla prima approvazione di una norma che, quando sarà in vigore, imporrà alle società quotate di segnalare l’impatto climatico delle loro attività con dati oggettivi, quantificabili, misurabili e verificabili. Un importante passo in avanti in termini di trasparenza, con l’obiettivo di uniformare il modo in cui le aziende certificano il loro impegno.

La standardizzazione delle informazioni relative all’impatto ambientale, come ha spiegato il presidente della Sec, rientra a pieno titolo nei compiti della Consob americana, in quanto servono a dare coerenza e comparabilità ai report aziendali, proprio per il fatto che è proprio su quei report che gli investitori prendono le loro decisioni.

Uno studio (Carbon Tracker Iniziative 2021) ha infatti dimostrato come il 72% dei report sull’impronta green delle aziende con il più alto tasso di emissioni manchi di coerenza in quanto non fornisce prove di quanto dichiarato. La commissione di esperti ha analizzato oltre 100 bilanci e relazioni di aziende operanti nei settori dell’energia alla ricerca di prove tangibili che affermino la reale presa in considerazione dell’impatto climatico. Il metodo usato per l’analisi si basa su sei domande:

  1. L’azienda ha considerato la questione climatica nella preparazione dei suoi bilanci?
  2. L’azienda ha divulgato stime e ipotesi quantitative relative all’impatto climatico?
  3. I dati finanziari dell’azienda erano coerenti con le relazioni sull’impatto climatico pubblicate in report precedenti?
  4. I dati sull’impatto climatico sono stati sottoposti a revisione (peer review)?
  5. Il controllo di coerenza dei revisori ha indicato incoerenze dell’azienda in relazione alle questioni climatiche?

Il grafico sopra mostra i risultati, per categoria, per ciascuna di queste sei domande. Oltre il 70% delle società quotate (che rappresentano alcuni dei maggiori responsabili di emissioni di carbonio del mondo), insieme alla maggior parte dei loro revisori esterni, non contabilizzano completamente i rischi legati al clima nei rendiconti finanziari. Nonostante gli impegni presi verso lo zero netto di emissioni presi da molti. Nessun report viene considerato dagli autori come esente da lacune.

Il green che non ti aspetti

Per esempio lo studio dichiara che non sono poche le compagnie petrolifere che hanno applicato il bollino “green” ai loro barili di greggio usando come giustificazione l’acquisto di “crediti”: un sistema ideato per compensare l’emissione di anidride carbonica equivalente attraverso la realizzazione di un progetto di sviluppo o riforestazione, confondendo ad arte i concetti di “sostenibilità” e “compensazione” che, ovviamente, non sono la stessa cosa. 

La commissione di esperti Onu sugli impegni climatici

Pochi giorni dopo l’annuncio della Sec l’Onu ha annunciato la creazione di una commissione di esperti, guidata dall’ex Ministra dell’Ambiente canadese Catherine McKenna, che esaminerà i progetti green di grandi aziende, città e Stati per stabilire se sono piani seri o se “scivolano” verso il greenwashing. Tra gli esperti c’è anche Mary Nichols, l’ex segretario alle risorse naturali della California che ha contribuito alla definizione degli standard di risparmio di carburante per le automobili.

Altri nomi includono il famoso scienziato e attivista del clima australiano Bill Hare fondatore e Ceo di Climate Analytics e l’esperta di finanza sostenibile Malango Mughogho, Amministratrice Delegata di ZeniZeni Sustainable Finance Limited, l’ente incaricato per lo sviluppo della strategia finanziaria nazionale per il clima del Sudafrica già impegnato nel sostegno alle donne imprenditrici del continente africano attraverso il programma Affirmative Finance Action for Women in Africa.

Il fondo Etica Impatto Clima di Etica Sgr

Il fondo Etica Impatto Clima è una soluzione di investimento focalizzata sul tema del cambiamento climatico. Il Fondo[1] punta alla crescita e allo sviluppo di un’economia a basso impatto di carbonio.

Si tratta di un Fondo Bilanciato[2] che investe in titoli emessi da aziende e Stati caratterizzati da un elevato profilo di responsabilità sociale e ambientale, con un particolare focus sulle tematiche legate allo sviluppo di un’economia “low carbon[3]”.

Per il fondo Etica Impatto Clima sono ammessi i green bond. La metodologia sviluppata da Etica Sgr dice no a obbligazioni verdi di emittenti che:

  • appartengono a settori quali gli armamenti, il gioco d’azzardo, i combustibili fossili;
  • utilizzano o sviluppano energia nucleare;
  • sono in possesso di sabbie bituminose;
  • sono coinvolti in episodi negativi nell’ambito della corruzione, rispetto dell’ambiente, rispetto dei diritti dei lavoratori.

I green bond che hanno superato il filtro precedente devono poi essere accompagnati da una “Second Party Opinion” che, una volta analizzata da Etica Sgr, deve presentare un risultato considerato positivo (ovvero supera una certa soglia di valutazione definita da Etica Sgr).

La Second Party Opinion è una sorta di «bollino» rilasciato da vari soggetti (es. società di rating ESG, società di revisione, ecc.) che attesta la bontà “green” del bond. La Second Party Opinion è richiesta dall’emittente al momento del lancio del bond sul mercato. Si tratta di un parere non vincolante sulla corrispondenza tra quanto enunciato nel Prospetto del green bond e quanto dicono i Principi di ICMA o della Climate Bonds Initiative, ovvero le linee guida maggiormente utilizzate a livello internazionale.

[1] Fondo comune di investimento mobiliare aperto istituito da Etica Sgr
[2] Categoria Assogestioni
[3] Con l’espressione “sviluppo di un’economia low carbon” si fa riferimento agli ambiti di valutazione delle aziende e degli Stati, ripresi al paragrafo 5. Criteri ambientali, Sociali e di Governance del Regolamento dei fondi comuni di investimento di Etica Sgr.

Comunicazione di Marketing – Si prega di leggere le avvertenze

AVVERTENZE
Questa è una comunicazione di marketing predisposta da Etica Sgr S.p.A., società di gestione del fondo Etica Impatto Clima. Si prega di consultare il Prospetto informativo del fondo e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID) prima di prendere una decisione finale d’investimento. Eventuali decisioni di investimento devono tenere conto delle caratteristiche complessive del fondo. L’investimento nel fondo Etica Impatto Clima comporta dei rischi, connessi alle possibili variazioni del valore delle quote, che a loro volta risentono delle oscillazioni del valore degli strumenti finanziari in cui vengono investite le risorse del fondo. Le informazioni di dettaglio relative ai rischi sono contenute nel KIID e nel Prospetto del fondo pubblicati sul sito www.eticasgr.com. Le informazioni sugli aspetti relativi alla sostenibilità, ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono messe a disposizione sul sito. Nella redazione della presente comunicazione non sono stati presi in considerazione gli obiettivi personali di investimento, la situazione e bisogni finanziari dei potenziali destinatari della comunicazione stessa. I destinatari si assumono piena ed assoluta responsabilità per l’utilizzo delle informazioni contenute nella presente comunicazione, nonché per le scelte d’investimento effettuate sulla base della stessa, in quanto l’eventuale utilizzo come supporto di operazioni d’investimento non è consentito ed è a completo rischio dell’investitore.

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