Intel | 2013

Il 16 maggio 2013 Etica Sgr ha votato per la prima volta all’Assemblea degli azionisti di Intel Corporation, multinazionale statunitense che opera nel settore IT.
Etica Sgr ha votato a favore dei candidati proposti al Consiglio di Amministrazione, non avendo nulla da eccepire sulle loro competenze: è stata inoltre valutata positivamente la soddisfazione di diverse buone prassi di corporate governance, come ad esempio la separazione tra il Presidente e l’Amministratore Delegato e la buona presenza di amministratori indipendenti e di donne all’interno del Consiglio di Amministrazione.
Etica Sgr si è astenuta invece al punto relativo alla elezione di Ernst & Young come Società di revisione per l’anno 2013: E&Y è revisore della Società da 45 anni e, nonostante il Comitato di Controllo di Intel assicuri la sua indipendenza, Etica Sgr vorrebbe averne maggior evidenza.
Etica Sgr ha votato contro il Compenso del CEO e dei Dirigenti: Etica Sgr ha considerato in particolare che, malgrado nel 2012 tutti gli indicatori societari sottostanti alla determinazione della remunerazione variabile siano in peggioramento rispetto al 2011, la remunerazione variabile del CEO è complessivamente aumentata. È stato valutato negativamente inoltre che nel 2012 è stata erogata una componente equity al CEO su discrezione del Consiglio di Amministrazione e non legata alla performance conseguita dalla Società. Il voto contrario è stato motivato anche dalla mancanza di trasparenza all’interno della Relazione sulla Remunerazione relativamente alla remunerazione di lungo periodo.
Etica Sgr ha votato a favore del piano di incentivazione destinato a tutti i dipendenti, in quanto ha ritenuto che tale operazione possa aumentare il senso di appartenenza dei dipendenti verso le Società e allinearne gli obiettivi.
In ultimo Etica Sgr ha votato a favore della mozione presentata dagli azionisti di minoranza e coordinata da John Chevveden, Advocate Member del network di ICCR: tale mozione prevede l’adozione da parte di Intel di una policy che imporrebbe agli amministratori e dirigenti il mantenimento di una percentuale significativa di azioni della Società stessa fino all’età pensionabile. Etica Sgr ha ritenuto che tale policy contribuirebbe ad allineare gli interessi degli amministratori e dirigenti con quelli degli azionisti nel lungo periodo.

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