Giustizia climatica e diritti delle donne: il viaggio “Diritto a resistere”

Giustizia climatica e diritti delle donne, Etica Sgr supporta il viaggio di tre ragazze alla scoperta dell’America Centrale.

Attraverseremo Messico, Guatemala, Belize, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Panama, seguendo le creste delle montagne e le onde del mare, raccontando gli scrigni di cultura e le minacce alla biodiversità.

Sara, Alice e Magdalene hanno percorsi e passioni diverse, con un desiderio in comune: fare la differenza, raccontare e agire, unire le proprie forze per navigare attraverso le sfide del nostro tempo. Un viaggio di resilienza e lotta per la giustizia climatica e sociale che si intreccia con le avventure personali e collettive.

Sara Segantin è autrice e comunicatrice scientifica, ha fatto del mondo il suo campo di gioco e di lavoro, esplorando e raccontando storie di giustizia climatica e avventure personali, sempre con uno zaino blu e un amore incondizionato per la frutta. La sua esperienza spazia dalla comunicazione mediatica alla consulenza per la Commissione Europea, sempre con un occhio attento alle sfide climatiche e un cuore pronto per la prossima avventura.

Alice Franchi, attivista e coordinatrice di progetti di tutela ambientale e promozione sociale, ha fatto della sua innata predisposizione per il lavoro di squadra e l’inclusività un vessillo sotto il quale navigare attraverso le sfide del nostro tempo. Dal coordinamento nazionale di FridaysForFuture Italia all’avventura attraverso i Balcani, Alice unisce la sua curiosità per il mondo a un impegno concreto per un futuro sostenibile.

Magdalene Pellegrin, o ‘Odi’ per gli amici, con la sua passione per le lingue e le culture latino americane, ha tessuto una vita tra le Dolomiti e le gallerie d’arte della Spagna, tra la lotta per i diritti sociali e ambientali e la ricerca continua di nuove esperienze e conoscenze. La sua giovane età non fa che accentuare la profondità del suo impegno e la ricchezza delle sue esperienze.

Giustizia climatica e diritti delle donne: il viaggio

Queste tre ragazze con i loro percorsi unici e interconnessi, ci portano oggi in un viaggio attraverso le domande e le sfide del nostro tempo, esplorando temi come la giustizia climatica, i diritti delle donne, e il ruolo della finanza etica nel plasmare il futuro che vogliamo costruire. Il loro viaggio-reportage in America Centrale diventa così non solo un esplorazione geografica, ma un viaggio attraverso le storie, le lotte e le speranze di chi, ogni giorno, costruisce pezzi di un futuro possibile.

Nell’intervista che segue, esploriamo il perché di questo viaggio e come immaginano il futuro del nostro pianeta. Attraverso le loro parole, ci addentriamo nelle profondità di storie di resistenza e speranza, esplorando come l’ambientale e il sociale siano due facce della stessa medaglia, e come ognuno di noi possa giocare un ruolo nel costruire un mondo più giusto e sostenibile.

Perché questo viaggio? Perché ora?

Perché oggi è già domani. Perché viviamo ogni giorno il senso di impotenza e frustrazione di un mondo in crisi, che va avanti, testardo, con un sistema a misura d’auto e di soldi, non di umanità. Perché abbiamo visto e conosciuto storie di mondo e avuto modo di toccare con mano la lotta invisibile delle donne nel cuore profondo della Georgia, del Madagascar, delle isole oceaniche. Sono migliaia, sono milioni e noi non le sentiamo – o non vogliamo sentirle.

Siamo divisi da confini mentali prima ancora che fisici. Questo viaggio-reportage in America centrale vuole andare oltre. Noi stesse prima di tutto, decolonizzare il pensiero e l’azione, a partire dal nostro. Creare rete, dire ‘ci siamo’, fare da megafono a chi di voce ne ha meno di noi e gridare forte insieme il nostro diritto ad esistere e a REsistere. L’America Centrale è il simbolo della lotta delle popolazioni indigene e della voracità insaziabile dell’Occidente: il 93% della deforestazione in quei paesi è dovuta al mercato Occidentale della carne ed è solo un esempio. Ora perché il momento migliore era ieri, il secondo momento migliore è oggi.

Giustizia climatica e diritti delle donne: il viaggio

Diritto a r-esistere: nel vostro viaggio mettete insieme giustizia climatica e diritti delle donne. Come verranno approfonditi nel corso del viaggio?

Attraverso le storie. Racconteremo storie: scritte, parlate, narrate. Storie di vita, di scienza, di umanità. La realtà è fatta di testa e di cuore ed è proprio attraverso le storie delle donne, delle comunità che incontreremo che vogliamo parlare delle sfide del nostro presente. Soprattutto, raccontare il coraggio di chi è già esempio, è già possibilità.

Ambientale e sociale: due battaglie differenti o un’unica lotta?

Chi pianta mangrovie, chi fa teatro, chi lotta contro la violenza di genere, chi si batte per gli atolli corallini contro i colossi del turismo, chi fa scudo con il proprio corpo alle foreste millenarie bruciate dal fuoco e calpestate nel sangue, chi grida di cambiamento nelle città e chi il cambiamento lo coltiva nelle campagne. Non si può parlare di clima e ambiente senza parlare di diritti umani. Parità di genere, educazione, diritti delle comunità indigene, diritto al lavoro, lotta alla povertà, pace sono vitali se vogliamo far fronte alla crisi climatica in atto. Giustizia climatica è le parola di oggi: guardare alle sfide ambientali attraverso la lente dei diritti umani è l’unica strada possibile per costruire davvero un mondo più giusto, più equo, più sostenibile.

La finanza etica vuole riaffermare l’importanza dei valori e dell’etica nella gestione del denaro e le conseguenze che l’uso del nostro denaro può comportare: che cosa ne pensate?

Ho visto bruciare la foresta vergine, ho visto fare la guerra. Per soldi. Ho pianto di fronte a creature degli abissi fatta a brandelli. Per soldi. Inorridisco ogni giorno per le migliaia di uomini, donne e bambini uccisi, torturati, violentati. Per i soldi. Ho visto costruire una scuola e un ponte. Ho visto persone incontrarsi e fare la pace. Con i soldi. Mi sono commossa di fronte al lavoro di chi tutela e difende i nostri mari e la nostra acqua. Con i soldi. Ho ritrovato speranza nelle comunità che parlano al mondo e sono esempi concreti di solidarietà. Con i soldi.

Finanza etica significa cambiare paradigma: i soldi sono lo strumento e non il fine. Uno strumento per facilitare le transizioni e i rapporti commerciali, non per sottomettere e conquistare. Finanza etica sta nel costruire benessere per tutti attraverso un uso attento ed equo dei soldi, non usare le persone per ottenere soldi. Finanza etica è saper distinguere tra prezzo e valore e ricordare sempre che il secondo viene prima. Finanza etica vuol dire che non siamo nelle mani del dio denaro, è lui, in quei miseri pezzi di metallo, di carta, di azioni, che deve tornare nelle nostre mani. Non è facile, lo sappiamo. È una realtà lontana – par quasi impossibile. Però non è nemmeno utopia. La finanza etica è un passo necessario a camminare in questa direzione e a riportare questa realtà lontana nel mondo del possibile.

Come vi immaginate il mondo tra 10 anni?

Abbiamo paura a guardare al futuro. Gli scenari più probabili – date le politiche attuali – non sono per niente rassicuranti. Però ci sono altri scenari possibili: affrontare le crisi che stiamo vivendo limitando di molto i danni e costruendo un nuovo equilibrio si può ancora fare. Concediamoci dunque, il privilegio di immaginare: bambine che si preoccupano perché devono scegliere cosa fare da grandi invece di dover lottare per poter vedere la luce del sole. Popolazioni millenarie come gli Embera che hanno ripreso possesso delle loro terre e mescolano tradizione e innovazione per la mitigazione e l’adattamento ai problemi ambientali. Un Centro America e un’Italia senza armi e verde brillante come il Costa Rica ci sta insegnando. Giovani sognatori, ma concreti e determinati come Juan Diego Vasquez, che eletto a 23 anni appena ha fatto passare una legge storica sui diritti della natura a Panama. Un turismo attento, che porta oltre che prendere, come quello proposto da Araceli in Messico. Persone che si spostano per scelta e non per obbligo. Un mare pulito dal sangue e dalle grida e colorato di pesci e coralli. Una rete di relazioni che va oltre i confini nazionali. Un mondo in cui ci siamo finalmente resi conto che le cose trasparenti sono le più resistenti.

 

Si prega di leggere le Note legali.

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