Acqua potabile, l’Italia spreca troppo e investe poco

Acqua potabile: ne sprechiamo moltissima, investiamo poco in infrastrutture idriche e ne acquistiamo sempre più in bottiglie di plastica.

Sono questi gli elementi chiave del rapporto tra italiani e il cosiddetto “oro blu”. Emergono da diverse ricerche quali per esempio le rilevazioni statistiche presentate ogni anno dall’Istat e dall’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti nel Libro Bianco 2021, che indaga il legame tra acqua, economia e sviluppo sostenibile.

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Economia dell’acqua, l’Italia investe poco

L’economia dell’acqua in Italia vale 310 miliardi di euro, il 17,5% del Pil del Paese. È uno dei dati che emerge dall’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia. Peccato che sia un settore in cui investiamo poco: con circa 40 Euro per abitante all’anno l’Italia è agli ultimi posti in Europa per investimenti nel settore idrico (la media europea è di 100 euro a testa).

Quasi metà dell’acqua potabile viene persa

Il risultato? Abbiamo infrastrutture idriche obsolete: circa il 60% della rete idrica nazionale ha più di 30 anni e il 25% ha più di 50 anni. Le infrastrutture sono anche inefficienti: quasi la metà (47,6%) dell’acqua potabile viene dispersa, il 10% in più di 10 anni fa. La Valle D’Aosta ha le performance migliori con il 22,1% di dispersione e, più in generale, il Nord si attesta sul 34,9%, mentre nel Sud tale valore raggiunge il 48,6%. Maglia nera per l’Abruzzo (55,6%).

Consumiamo acqua in bottiglia e produciamo montagne di bottiglie di plastica

Siamo il settimo Paese in Europa per qualità dell’acqua potabile, eppure beviamo quasi il doppio di acqua in bottiglia rispetto agli altri europei: 200 litri pro capite all’anno contro una media europea di 118 litri. Una cifra che cresce ogni anno. Dalle statistiche Istat la spesa mensile familiare per acquisto di acqua minerale è cresciuta del 9,4% dal 2015.

Qual è il risultato? Produciamo montagne di bottiglie di plastica: circa 8 miliardi ogni anno, di cui solo un terzo riciclabile. Che generano oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Il problema è la fiducia: solo il 29% delle famiglie italiane si fida di bere acqua del rubinetto e il dato resta invariato nelle rilevazioni degli ultimi anni. Si fidano di meno nelle regioni del Sud e in Sardegna.

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@istat

L’impegno di Etica Sgr per l’ambiente

Etica Sgr dialoga con le società nelle quali investono i propri fondi comuni per proporre un uso più efficiente delle risorse naturali, sia in qualità sia in quantità, e per spronarle ad adottare strategie sostenibili e responsabili. L’obiettivo è «rispondere alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie». Etica Sgr è da sempre in prima linea sul tema ambientale, ivi compreso il consumo di acqua.

Nel 2020 il dialogo con le aziende di Etica Sgr per quanto riguarda l’impatto ambientale si è concentrato in particolare sui seguenti temi:

  • Gestione sostenibile dell’acqua
  • Gestione dei rifiuti
  • Deforestazione
  • Riduzione della plastica

Per Etica Sgr ­inserire nei programmi di sviluppo aziendale obiettivi di controllo dei consumi energetici e idrici è un dovere e contributo reale allo sviluppo sostenibile. Per questo l’attenzione al consumo di acqua è un punto focale nell’analisi delle Società in cui investono i fondi di Etica Sgr.

Nell’ambito della propria metodologia di analisi, Etica Sgr è infatti dotata di specifici criteri riguardanti le performance ambientali dei processi di gestione dell’acqua e di una specifica sezione di analisi per le società che si occupano della gestione del sistema idrico integrato.

Sul tema svolge poi una costante attività di engagement, anche in collaborazione con diverse organizzazioni che da tempo lavorano sul tema (ICCR, Global Compact, CDP).

Il Report di Impatto 2020: i risultati principali

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