Estrazione mineraria dai fondali marini. Etica Sgr, da sempre impegnata a dare voce a questioni legate alla protezione e al rispetto della biodiversità nel mondo finanziario, nel 2023 ha sottoscritto il Global Financial Institutions Statement to Governments on Deep Seabed Mining, insieme ad altre 35 Istituzioni finanziarie, oggi diventate 40, che rappresentano insieme più di 3,8 trilioni di euro di asset in gestione.
Si tratta di un Investor Statement rivolto all’Autorità Internazionale dei Fondali Marini (ISA) in cui si esortano i governi a proteggere gli oceani e a non procedere con l’estrazione in acque profonde fino a quando i rischi ambientali, sociali ed economici non saranno stati compresi a fondo e le alternative ai minerali di acque profonde non saranno state completamente esplorate.
L’esortazione da parte di Etica Sgr e degli altri firmatari risponde alle preoccupazioni della comunità scientifica per l’impatto irreversibile che l’estrazione mineraria potrebbe avere su delicati e sensibili ecosistemi oceanici. Infatti, permettere l’estrazione in questo territorio inesplorato non solo destabilizzerebbe i fragili ecosistemi marini, ma minerebbe anche le fondamenta stesse di una economia circolare degli oceani.
Estrazione mineraria in mare, il quadro della legge internazionale
Nel luglio 2023 le Nazioni Unite hanno approvato il Trattato per la protezione dell’alto mare, un accordo che rappresenta una svolta storica nella cooperazione internazionale per la tutela della biodiversità marina. Perché potesse entrare in vigore come norma vincolante erano necessarie 60 ratifiche.
A due anni di distanza, dopo negoziati complessi e profonde divergenze tra gli Stati membri, si profila finalmente un successo significativo per il multilateralismo ambientale. Il 19 settembre, infatti, Marocco e Sierra Leone hanno depositato le loro ratifiche al trattato, consentendo così di raggiungere la soglia prevista. Grazie a questo passo decisivo, l’accordo diventerà norma internazionale a partire da gennaio 2026.
Dal 17 gennaio 2026, una volta operativo, il Trattato per la protezione dell’alto mare offrirà un quadro globale utile per il raggiungimento degli obiettivi internazionali sulla biodiversità. Tra questi spicca l’impegno a proteggere almeno il 30% delle aree terrestri e marine entro il 2030, come previsto dall’Accordo Kunming-Montreal sulla biodiversità. Trascorsi i 120 giorni dall’entrata in vigore, i singoli Paesi potranno proporre le aree marine da tutelare, che saranno poi sottoposte al voto collettivo dei governi firmatari.
Come accade per altri trattati delle Nazioni Unite, anche questo presenta però strumenti limitati di applicazione diretta. Gli Stati che lo ratificano si impegnano a rispettarlo come norma internazionale, ma non vi è alcun obbligo per gli altri Paesi che scelgono di non aderire. Il quadro resta quindi fragile: basti pensare all’ordine esecutivo firmato dal presidente Trump per promuovere l’estrazione mineraria in acque profonde, approfittando del vuoto normativo generato dal fatto che l’Autorità internazionale per i fondali marini — l’ente ONU incaricato di regolare lo sfruttamento delle risorse nelle acque internazionali — non ha ancora adottato linee guida definitive per il settore.

Perché Etica Sgr sottoscrive questo impegno
Le profondità marine sono uno dei pochissimi ecosistemi incontaminati rimasti e aprirlo allo sfruttamento senza una visione d’insieme comporterebbe un pericolo elevato. Sempre più spesso si riconosce la perdita di biodiversità come un fattore di rischio, non solo per l’ambiente, ma anche a livello finanziario, in quanto rappresenta una minaccia per interi settori della nostra economia e quindi, qualcosa di cui dobbiamo tener conto quando decidiamo di investire in determinate aziende.
Come affermato da Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager di Etica: “L’attuale situazione climatica ci impone la massima cautela nel prendere decisioni sull’estrazione di minerali dai fondali oceanici sotto i 200 metri, che costituiscono oltre il 95% della biosfera del pianeta. In coerenza con l’impegno preso nel 2020 da Etica a supporto del Finance for Biodiversity Pledge, crediamo sia prematuro iniziare un’attività così impattante sull’ambiente e sul clima. Accogliamo quindi con favore che il Trattato per la protezione dell’alto mare sia diventato norma internazionale.
Etica ritiene che vadano ricercate soluzioni che comportano un minor utilizzo delle risorse, lavorando per ridurre i consumi e aumentare l’efficienza dell’utilizzo delle materie a disposizione, in ottica di un’economia circolare.”
Si prega di leggere le Note legali.


