Educazione finanziaria: cos’è e perché dovresti conoscerla

L’educazione finanziaria è fondamentale per gestire i risparmi, accendere un mutuo o costruire una previdenza complementare, ma in Italia le competenze di base sono ancora poco diffuse. Una corretta alfabetizzazione finanziaria può colmare questo gap e influire positivamente sulle decisioni economiche che ognuno di noi deve prendere nel corso della vita.

Che cos’è l’educazione finanziaria 

La finanza e l’economia sono una parte indissolubile di ogni nostra scelta quotidiana. Dalla gestione del denaro durante le spese di tutti i giorni ai prestiti a media e lunga scadenza fino alle pianificazioni per investire nel futuro: volenti o nolenti, il rapporto di ognuno di noi con il denaro è sempre molto stretto.

Per educazione finanziaria si indica quindi non solo la comprensione dei concetti finanziari di base, ma anche la loro acquisizione al fine di attuarli concretamente nella vita pratica.

La definizione dell’OCSE 

Secondo la definizione dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, l’educazione finanziaria «è un processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base e attraverso istruzioni, informazioni, consigli sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate, dove ricevere supporto o aiuto per realizzare tali scelte e quali azioni intraprendere per migliorare il proprio stato e il livello di protezione».

L’importanza dell’educazione finanziaria 

Come tutti i processi cognitivi, l’educazione finanziaria è importante perché consente di acquisire le conoscenze di base da mettere in pratica nel gestire il denaro in modo efficace. Comprendere i concetti finanziari permette di amministrare i propri beni e quelli della famiglia in modo adeguato, nel breve e nel lungo periodo.

Non basta infatti risparmiare se poi non si è in grado di investire in strumenti finanziari adatti alle proprie esigenze o alle proprie aspettative, siano essi destinati alla stabilità della vita di ogni giorno o alla programmazione di un futuro tutelato attraverso sistemi previdenziali e assicurativi.

Educazione finanziaria e grandi cambiamenti 

Appare sempre più evidente come le crisi degli ultimi anni si siano abbattute con maggior forza proprio sui soggetti privi di competenze finanziarie o il cui livello di alfabetizzazione non era tale da consentire di valutare correttamente i rischi che si profilavano all’orizzonte. Le competenze economiche, applicate a molteplici ambiti, determinano quindi la qualità della vita delle persone, contribuendo a ridurre gli effetti negativi delle crisi. Non a caso le spese impreviste o gli ammanchi di reddito causati dall’epidemia di Covid-19 sono stati affrontati con maggior successo dai soggetti con una migliore istruzione finanziaria (Indagine Comitato Edufin-Doxa “Emergenza COVID-19: gli italiani tra fragilità e resilienza finanziaria”).

L’alfabetizzazione finanziaria in Europa 

I tassi di alfabetizzazione finanziaria variano da paese a paese. In media, il 52% degli adulti europei sono alfabetizzati, con una più alta comprensione dei concetti finanziari nelle aree centro-settentrionali del continente.

Percentuali sotto la media si registrano invece nell’Europa meridionale: in Grecia e in Spagna i tassi di alfabetizzazione sono rispettivamente del 45 e del 49%, in Bulgaria e a Cipro raggiungono il 35% degli adulti mentre la Romania, con il 22%, ha il tasso più basso nell’Unione europea (dati S&P Global FinLit Survey).

educazione finanziaria in Europa

I paesi più virtuosi

I paesi più virtuosi sono Svezia, Norvegia e Danimarca, attestati al 71%, seguiti da Germania e Paesi Bassi, che sfoggiano percentuali attorno al 65%. Risultati che sono l’effetto di una maggiore consuetudine con i servizi finanziari e con gli strumenti messi a disposizione dalla digitalizzazione, accanto ad una maggiore istruzione universitaria e a percorsi specifici in ambito scolastico.

L’alfabetizzazione finanziaria in Italia

In Italia i numeri dipingono un quadro ancora lontano da una consapevolezza informata e corretta. Secondo S&P Global FinLit Survey, il nostro paese si ferma al 37%. Un’indagine della Banca d’Italia del 2020, pur fotografando un miglioramento delle conoscenze rispetto al 2017, conferma la posizione di ritardo del nostro Paese.

Il 32% degli italiani può dirsi dotato di una sufficiente alfabetizzazione, con significative disparità geografiche, di genere e di ceto sociale. Solo il 17% è veramente esperto, a fronte di un 30% di inesperti e, soprattutto, di un 21% di popolazione esclusa da qualsiasi competenza finanziaria.

Gli italiani sono consapevoli dei loro limiti: oltre il 50% degli intervistati valuta il proprio livello di cultura finanziaria inferiore alla media, contro un 20% circa nei paesi OCSE. Le donne tendono a sottostimare le proprie conoscenze rispetto agli uomini: un terzo di esse ritiene di possedere un livello di conoscenza più basso della media.

Analoghe evidenze sono state confermate nel 2022 da uno studio condotto dal Comitato Edufin, dal quale emerge però anche una forte domanda di educazione finanziaria a scuola e nei luoghi di lavoro.

Confronto internazionale: l’alfabetizzazione finanziaria nel 2017

alfabetizzazione finanziaria nel 2017

Confronto internazionale: l’alfabetizzazione finanziaria nel 2020

alfabetizzazione finanziaria nel 2020

Politiche di Educazione finanziaria in Italia 

Il 2017 è stato un anno di svolta, con l’istituzione del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. Dotato di un portale dedicato (quellocheconta.gov.it), ha assunto il compito di promuovere, programmare e coordinare iniziative di sensibilizzazione.

La più nota di queste è attiva dal 2018. Si tratta del Mese dell’educazione finanziaria, che cade a ottobre: centinaia di iniziative vengono organizzate su tutto il territorio nazionale da istituzioni pubbliche, associazioni e società private con l’obiettivo di accrescere le conoscenze sui temi assicurativi, previdenziali e di gestione delle risorse finanziarie personali e familiari.

Utili consigli di educazione finanziaria vengono forniti anche dalla Banca d’Italia attraverso il sito economiapertutti.bancaditalia.it, mentre è orientata soprattutto al mondo della scuola la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (feduf.it), che si propone di diventare la “casa comune” dell’impegno di tutti i soggetti privati in Italia che hanno a cuore l’educazione finanziaria come tematica di responsabilità sociale.

Etica Sgr e l’educazione finanziaria

L’educazione finanziaria è ai primi posti nella visione di Etica Sgr. Solo dei risparmiatori adeguatamente informati e consapevoli possono infatti acquisire una maggiore conoscenza dei prodotti e fare scelte responsabili.

Tutte le azioni intraprese da Etica Sgr verso la clientela hanno anche intento “formativo-informativo”, per effettuare scelte di investimento più attente, consapevoli e sostenibili: dalla selezione ESG (ambientale, sociale e di governance) dei titoli in cui investono i fondi all’attività di stewardship con le aziende per arrivare al report di impatto, che chiude il cerchio dell’analisi di sostenibilità di fondi di Etica Sgr.

Etica Sgr è inoltre costantemente impegnata nel promuovere la cultura della finanza etica e dello sviluppo sostenibile a ogni livello di istruzione e formazione. Tra le iniziative più significative promosse in questa direzione, nell’anno accademico 2022-23 c’è la collaborazione al VI Master in Finanza Sostenibile di ALTIS, l’Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Una partecipazione con cui Etica Sgr mette il suo bagaglio di competenze a disposizione di un percorso formativo che intende fornire le capacità e gli strumenti per valutare gli investimenti e gli aspetti economico-finanziari di imprese e istituzioni in ottica ESG.

Il rapporto con le università riveste un significato particolare per Etica Sgr, per promuovere una cultura dell’investimento socialmente responsabile.

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