Armi nucleari: il report Don’t bank on the bomb e il ruolo di Etica Sgr

Don’t bank on the bomb (“non investire nella bomba”) è il nome dell’iniziativa del Premio Nobel per la pace ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) e della Ong olandese Pax.

Il Rapporto 2024 di Don’t bank on the bomb si intitola “Investimenti insostenibili: i produttori di armi nucleari e i loro finanziatori” e mette in evidenza la complicità finanziaria di 287 istituti con l’industria delle armi nucleari (numero leggermente inferiore rispetto ai 306 identificati in precedenza).

Le principali evidenze di Don’t Bank on the bomb 2024, Untenable investments

Lo studio approfondisce il ruolo di 24 aziende nel settore nucleare, sottolineando come queste contribuiscano agli arsenali di sei nazioni mondiali e coinvolgano istituti finanziari che insieme detengono 477 miliardi di dollari in azioni e obbligazioni di tali società, oltre a 343 miliardi di dollari in prestiti e sottoscrizioni.

Queste società, lavorando in settori proibiti dal Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, gestiscono contratti per attività nucleari del valore di oltre 336 miliardi di dollari, con Northrop Grumman e General Dynamics in testa per volume di affari. Nonostante un incremento nel valore degli investimenti e dei prestiti, si registra una diminuzione del numero di investitori, molti dei quali si ritirano su basi etiche, opponendosi al finanziamento di armamenti considerati una minaccia per l’umanità e l’ambiente.

Il documento sottolinea l’importante leva finanziaria che il settore ha nel sostenere o ostacolare la produzione di armi nucleari. Attraverso il disinvestimento, le istituzioni finanziarie hanno il potere di limitare i fondi disponibili per tali attività, contribuendo così agli obiettivi di un mondo senza armi nucleari e sottolineando il loro ruolo cruciale nella promozione dei diritti umani e della protezione ambientale.

Don’t Bank on the bomb 2023, Moving Away from Mass Destruction

Il Rapporto 2023  “Moving Away from Mass Destruction: 109 exclusions of nuclear weapon producers” mette in luce le 109 istituzioni finanziarie che hanno adottato politiche per escludere gli investimenti in aziende coinvolte nello sviluppo, produzione, test, manutenzione e stoccaggio di armi nucleari. Sono banche, fondi pensione, gestori di attività e altri attori del settore finanziario che dimostrano attivamente l’impegno per il disarmo nucleare. Rispetto al rapporto 2022, si sono aggiunte 11 nuove istituzioni.

Tra le 109 istituzioni profilate, 55 escludono in modo completo qualsiasi coinvolgimento finanziario con le aziende produttrici di armi nucleari. Queste sono elencate nella “Hall of Fame”. Altre 54 istituzioni hanno adottato delle politiche, giudicate però insufficienti per escludere tutte le relazioni finanziarie con le imprese coinvolte in questo settore, e sono elencate tra i “Runners-Up”. L’unica banca italiana presente nella “Hall of fame” è Banca Etica.

Il rapporto del 2023 sottolinea il ruolo cruciale che il settore finanziario svolge nel consolidare la posizione contraria alle armi nucleari e mette in evidenza come le istituzioni finanziarie, attraverso le loro politiche di investimento, possano contribuire a ridurre la percezione di legittimità di queste armi, favorendo così un clima propizio per la loro riduzione e, in ultima analisi, per la loro completa eliminazione.

Don’t Bank on the bomb 2023 mostra anche l’importanza dell’adozione e dell’attuazione di pratiche di investimento etiche, ambientali e socialmente responsabili da parte delle istituzioni finanziarie. Inoltre, indica come l’adozione del Trattato delle Nazioni Unite sul divieto delle armi nucleari (TPNW) abbia rafforzato la norma internazionale contro le armi nucleari. Ricordiamo che l’Italia ad oggi non ha sottoscritto il Trattato.

Don’t Bank on the bomb 2022, Risky Returns

Il precedente rapporto, intitolato “Risky Returns“, è stato tradotto in italiano da Etica Sgr ed è disponibile di seguito. L’obiettivo di “Risky Returns” è esaminare i dati pubblici relativi alle 24 aziende che producono armi nucleari, come identificato dallo studio, e alle 306 istituzioni finanziarie che hanno investito oltre 746 miliardi di dollari in questo settore tra gennaio 2020 e luglio 2022. Questi investimenti alimentano l’espansione degli arsenali nucleari di Cina, Francia, India, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, Israele, Pakistan e Corea del Nord.

Il ruolo chiave delle istituzioni finanziarie

I numeri evidenziati dal report testimoniano il ruolo chiave delle istituzioni finanziarie che decidono di non investire e di non sostenere finanziariamente le società produttrici di armi di distruzione di massa.

All’interno del documento è citata Etica Sgr come esempio positivo del settore finanziario, anche per l’impegno profuso dalla nostra società di gestione durante la Prima Conferenza delle Parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons – TPNW), che si è tenuta a Vienna nel giugno 2022.

L’impegno di Etica Sgr

Ugo Biggeri - TPNW no ad armi nucleari

L’attività di Etica Sgr è ampiamente documentata nel report di ICAN e Pax. Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager, è citato nella sezione intitolata “Financial sector addresses inaugural TPNW meeting” (pagg. 9-11). L’articolo approfondisce il ruolo assunto dalla Sgr italiana in occasione della Conferenza delle Parti a Vienna, in cui Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr fino ad aprile 2023, è intervenuto davanti ai delegati di tutto il mondo per leggere la “Dichiarazione degli investitori”, scritta da Etica Sgr insieme a ICAN, e sottoscritta da numerosi investitori internazionali.

La Dichiarazione incoraggia gli Stati membri del Trattato a richiedere che le imprese statali e private operanti all’interno delle loro giurisdizioni mettano al bando un’ampia gamma di attività legate alle armi nucleari tra cui l’uso, la minaccia dell’uso, lo sviluppo, il possesso e lo stoccaggio. Inoltre, si incoraggia il rafforzamento delle attività per l’assistenza alle vittime e la bonifica degli ambienti contaminati dall’uso di armi nucleari, anche per test e sperimentazioni.

Nella foto Ugo Biggeri legge la Dichiarazione degli Investitori alla Conferenza della Parti, Vienna, giugno 2022

Il no alle armi dei fondi di Etica Sgr

Aldo Bonati - TPNW no ad armi nucleari

Etica Sgr ha, da sempre, un posizionamento chiaro sulla guerra: il settore degli armamenti non può generare in nessun modo un impatto sociale positivo. Per questa ragione, in 23 anni di storia, i fondi della società non hanno investito in società coinvolte nella produzione, utilizzo, manutenzione, distribuzione e stoccaggio di armi controverse o di loro parti chiave (per esempio le mine antiuomo, le bombe a grappolo o gli ordigni nucleari). Inoltre, i fondi di Etica Sgr non investono neanche in società coinvolte nella produzione di armi convenzionali, di loro parti chiave e di altri prodotti o servizi destinati ad uso militare. Questo rigore ha, secondo noi, un valore profondo e non può essere negoziabile, anche in contesti complessi come quello attuale.

Il settore finanziario ha l’opportunità di promuovere la normativa internazionale contro le armi nucleari, rafforzata dall’entrata in vigore del TPNW nel gennaio 2021. Attraverso il disinvestimento, i produttori di armi nucleari sono incentivati a modificare le loro strategie commerciali, riducendo la produzione di queste armi di distruzione di massa. Di conseguenza, per gli Stati dotati di armi nucleari sarà più complicato mantenere e ampliare i propri arsenali.

Nella foto Aldo Bonati presenta la posizione di Etica Sgr ad un seminario organizzato da ICAN a Vienna

 

Si prega di leggere le Note legali.

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