Armi nucleari: il report Don’t bank on the bomb e il ruolo di Etica Sgr

Don’t bank on the bomb (“non investire nella bomba”) è il nome dell’iniziativa del Premio Nobel per la pace ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) e della Ong olandese Pax.

Il Rapporto 2022 di Don’t bank on the bomb si intitola “Risky Returns” e si pone l’obiettivo di analizzare i dati pubblici delle aziende che producono armi nucleari (sono 24 secondo lo studio) e delle istituzioni finanziarie (306) che hanno investito in questo settore con oltre 746 miliardi di dollari tra gennaio 2020 e luglio 2022. La produzione contribuisce a ingrandire gli arsenali nucleari di Cina, Francia, India, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, Israele, Pakistan e Corea del Nord.

Il ruolo chiave delle istituzioni finanziarie

I numeri evidenziati dal report testimoniano il ruolo chiave delle istituzioni finanziarie che decidono di non investire e di non sostenere finanziariamente le società produttrici di armi di distruzione di massa.

All’interno del documento è citata Etica Sgr come esempio positivo del settore finanziario, anche per l’impegno profuso dalla nostra società di gestione durante la Prima Conferenza delle Parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons – TPNW), che si è tenuta a Vienna nel giugno 2022.

L’impegno di Etica Sgr

Ugo Biggeri - TPNW no ad armi nucleari

L’attività di Etica Sgr è ampiamente documentata nel report di ICAN e Pax. Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager, è citato nella sezione intitolata “Financial sector addresses inaugural TPNW meeting” (pagg. 9-11). L’articolo approfondisce il ruolo assunto dalla Sgr italiana in occasione della Conferenza delle Parti a Vienna, in cui Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr, è intervenuto davanti ai delegati di tutto il mondo per leggere la “Dichiarazione degli investitori”, scritta da Etica Sgr insieme a ICAN, e sottoscritta da numerosi investitori internazionali.

La Dichiarazione incoraggia gli Stati membri del Trattato a richiedere che le imprese statali e private operanti all’interno delle loro giurisdizioni mettano al bando un’ampia gamma di attività legate alle armi nucleari tra cui l’uso, la minaccia dell’uso, lo sviluppo, il possesso e lo stoccaggio. Inoltre, si incoraggia il rafforzamento delle attività per l’assistenza alle vittime e la bonifica degli ambienti contaminati dall’uso di armi nucleari, anche per test e sperimentazioni.

Nella foto Ugo Biggeri legge la Dichiarazione degli Investitori alla Conferenza della Parti, Venna, giugno 2022

Il no alle armi dei fondi di Etica Sgr

Aldo Bonati - TPNW no ad armi nucleari

Etica Sgr ha, da sempre, un posizionamento chiaro sulla guerra: il settore degli armamenti non può generare in nessun modo un impatto sociale positivo. Per questa ragione, in 23 anni di storia, i fondi della società non hanno investito in società coinvolte nella produzione, utilizzo, manutenzione, distribuzione e stoccaggio di armi controverse o di loro parti chiave (per esempio le mine antiuomo, le bombe a grappolo o gli ordigni nucleari). Inoltre, i fondi di Etica Sgr non investono neanche in società coinvolte nella produzione di armi convenzionali, di loro parti chiave e di altri prodotti o servizi destinati ad uso militare. Questo rigore ha, secondo noi, un valore profondo e non può essere negoziabile, anche in contesti complessi come quello attuale.

Il settore finanziario ha l’opportunità di promuovere la normativa internazionale contro le armi nucleari, rafforzata dall’entrata in vigore del TPNW nel gennaio 2021. Attraverso il disinvestimento, i produttori di armi nucleari sono incentivati a modificare le loro strategie commerciali, riducendo la produzione di queste armi di distruzione di massa. Di conseguenza, per gli Stati dotati di armi nucleari sarà più complicato mantenere e ampliare i propri arsenali.

Nella foto Aldo Bonati presenta la posizione di Etica Sgr ad un seminario organizzato da ICAN a Vienna

Le principali evidenze del report Don’t bank on the bomb

Secondo il Rapporto, Northrop Grumman è la società più attiva al mondo nell’ambito delle armi nucleari, con almeno 24,3 miliardi di dollari in contratti attivi. Anche Aerojet Rocketdyne, BAE Systems, Boeing, Lockheed Martin e Raytheon Technologies detengono contratti multimiliardari per la produzione e/o lo stoccaggio di armi nucleari.

Il rapporto evidenzia inoltre che le aziende del settore finanziario detengono asset nelle aziende produttrici di armi nucleari per oltre 746 miliardi di dollari, un aumento di 61,5 miliardi di dollari rispetto al dato indicato nel 2021. Questo risultato può essere attribuito a un aumento del valore totale delle azioni, cresciuto di 108,5 miliardi di dollari. Molti produttori di armi nucleari producono anche armi convenzionali e nel 2022 hanno visto aumentare il valore delle loro scorte, anche a seguito dell’annuncio da parte degli Stati della NATO di un aumento significativo della spesa per la difesa, come conseguenza dell’invasione della Russia in Ucraina.

Il principale sviluppo positivo evidenziato è la riduzione degli investimenti a lungo termine nelle società appartenenti all’industria delle armi nucleari. I dati mostrano un calo di 45,9 miliardi di dollari di prestiti e finanziamenti. Ciò potrebbe segnalare che un numero crescente di investitori non vede la produzione di armi nucleari come un mercato attraente nel lungo periodo e considera le aziende coinvolte come un rischio da evitare in questo orizzonte temporale.

Si prega di leggere le Note legali.

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