Nel 2024 la perdita di 6,74 milioni di ettari di foreste primarie tropicali ha segnato il livello più alto mai registrato dal 2002, superando il precedente picco del 2016. E così ogni minuto, nel mondo, scompare un’area di foresta pari a 18 campi da calcio. Questo ritmo, in continua accelerazione, sta compromettendo la capacità degli ecosistemi di assorbire anidride carbonica, regolare il ciclo dell’acqua e mantenere l’equilibrio climatico globale. Il record del 2024 conferma una tendenza ormai strutturale: la distruzione delle foreste tropicali non è più un fenomeno confinato a livello locale ma compromette gli equilibri climatici globali, riduce la biodiversità e indebolisce la capacità del pianeta di rigenerare le proprie risorse vitali.
A pochi giorni dall’avvio della COP30 di Belém, passaggio cruciale nell’attuazione degli impegni sul clima e sulla biodiversità, oltre trenta investitori internazionali hanno sottoscritto il Belém Investor Statement on Rainforests. È l’appello promosso da AIGCC, Global Canopy, Ceres e Rainforest Foundation Norway che invita i governi a definire e applicare politiche efficaci per fermare la deforestazione entro il 2030, riconoscendo che la tutela delle foreste è ormai una condizione imprescindibile per la stabilità economica e finanziaria globale.

Il Belém Investor Statement on Rainforests
Le foreste tropicali custodiscono oltre il 60% della biodiversità mondiale e assorbono miliardi di tonnellate di anidride carbonica ogni anno, contribuendo a stabilizzare il clima e a regolare i cicli naturali dell’acqua. Eppure una parte significativa dell’economia globale continua a dipendere da attività che ne accelerano la distruzione: l’espansione agricola, l’estrazione mineraria e il commercio di materie prime come soia, carne bovina, olio di palma e legname restano tra le principali cause della perdita di copertura forestale, con ripercussioni dirette sulla sicurezza alimentare e sulla disponibilità di risorse.
In questo contesto, il Belém Investor Statement on Rainforests rappresenta un cambio di prospettiva per la finanza internazionale. Considerare la deforestazione solo in termini ambientali non è più sufficiente. L’alterazione degli ecosistemi forestali riduce infatti la resilienza del pianeta, rende più instabili le risorse idriche e agricole e accresce i costi legati ai disastri climatici, incidendo in modo crescente sulla sostenibilità economica e finanziaria globale. La degradazione delle foreste, si legge nel documento, indebolisce i sistemi naturali su cui si fondano le economie globali, amplificando i rischi materiali per investitori e istituzioni.
Il valore dello statement risiede proprio in questa connessione tra ambiente ed economia. Il documento invita i governi a costruire un quadro normativo stabile e coerente, capace di incentivare pratiche produttive prive di deforestazione e di sostenere, al tempo stesso, le comunità locali coinvolte nella transizione. È un invito a trattare la tutela delle foreste non come una scelta opzionale, ma come una condizione necessaria per la stabilità finanziaria e la prosperità di lungo periodo.
10 Paesi al mondo con la maggiore perdita di foreste primarie tropicali nel 2024, secondo i dati di Global Forest Watch – World Resources Institute:
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Gli obiettivi della dichiarazione
Il Belém Investor Statement individua una serie di azioni concrete rivolte ai governi, con l’obiettivo di trasformare gli impegni contro la deforestazione in politiche pubbliche efficaci e verificabili. La dichiarazione si fonda sulla consapevolezza che solo un intervento coordinato tra finanza, istituzioni e imprese può garantire la tutela delle foreste tropicali e la stabilità dei sistemi economici che da esse dipendono.
In particolare, lo statement chiede ai governi di agire su cinque fronti prioritari:
- Promuovere un commercio privo di deforestazione, legale e trasparente nei settori ad alto rischio, fornendo al contempo supporto tecnico ed economico ai Paesi produttori per rafforzare la tracciabilità e i controlli lungo le catene di approvvigionamento.
- Rafforzare la trasparenza e gli obblighi di rendicontazione, adottando standard comuni a livello internazionale che consentano di indirizzare i capitali verso attività sostenibili e di misurare con coerenza gli impatti ambientali.
- Approvare e far rispettare leggi efficaci, capaci di prevenire la deforestazione illegale, scoraggiare le pratiche dannose e promuovere modelli produttivi responsabili.
- Integrare la conservazione delle foreste tropicali nei Piani Nazionali per la Biodiversità (NBSAPs) e nei Contributi Determinati a livello Nazionale (NDCs) previsti dall’Accordo di Parigi, così da allineare obiettivi climatici e di tutela della natura.
- Allineare la finanza pubblica agli obiettivi di protezione ambientale, sostenendo una transizione equa per agricoltori, imprese e comunità locali attraverso incentivi, investimenti e meccanismi di compensazione.
Il documento è stato inviato ai governi dei Paesi tropicali — tra cui Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo, che insieme ospitano oltre la metà delle foreste pluviali del pianeta — e a quelli importatori di materie prime ad alto impatto ambientale, come Unione Europea, Stati Uniti e Cina.
Il ruolo di Etica Sgr
L’adesione di Etica Sgr al Belém Investor Statement on Rainforests si inserisce nel solco di un impegno di lungo periodo per la tutela della biodiversità e la protezione del capitale naturale. Già firmataria, nel 2020, del Finance for Biodiversity Pledge, la società prosegue il proprio percorso di advocacy ambientale, sostenendo iniziative globali che puntano a integrare la salvaguardia degli ecosistemi nelle decisioni di investimento e nelle politiche pubbliche.
Il Belém Investor Statement on Rainforests dimostra in modo concreto come la finanza possa contribuire alla protezione del capitale naturale e alla costruzione di un’economia più resiliente. Il suo valore va oltre la dimensione simbolica o politica: sancisce che la tutela della natura è parte integrante della responsabilità fiduciaria degli investitori, al pari della gestione dei rischi finanziari e climatici.
Come per la lotta al cambiamento climatico, anche la difesa delle foreste richiede regole chiare, cooperazione internazionale e un allineamento strutturale tra capitale privato e politiche pubbliche. In questa prospettiva, l’impegno di Etica Sgr si colloca all’interno di un movimento globale che mira a orientare i flussi finanziari verso un’economia dove la salvaguardia degli ecosistemi non sia più considerata un vincolo, ma una condizione essenziale per la stabilità economica, sociale e ambientale del pianeta.



