Gli italiani sono interessati agli investimenti sostenibili?

Gli italiani sono sempre più interessati agli investimenti sostenibili: la quota di investitori che si dichiarano disposti a considerare strumenti finanziari con caratteristiche di sostenibilità è passata dal 60% nel 2019 al 74% circa nel 2021. A svelarlo la Consob, nei quaderni “Interesse verso gli investimenti sostenibili” e “Scelte finanziarie delle famiglie italiane”.

Sul totale del campione analizzato, tuttavia, chi dichiara di aver sottoscritto uno strumento finanziario sostenibile rappresenta solo una piccola quota, l’11%. Secondo lo studio il profilo del risparmiatore sostenibile è giovane e laureato, incline a una visione ottimista delle performance dei propri investimenti sul lungo periodo e dedito alla creazione di portafogli diversificati. Meno soggetto ad ansia (finanziaria) e ben disposto ad affidarsi all’esperienza di un consulente.

Un dato che non stupisce e che conferma l’abitudine del risparmiatore italiano alla prudenza finanziaria in risposta all’irrequietezza dei mercati. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla preferenza a mantenere i risparmi in liquidità e preferire spesso il deposito sul conto corrente a un approccio più sistematico, e per diversi aspetti più sicuro, come la pianificazione finanziaria.

Nel 2011 i miliardi allocati sui conti correnti erano 1.119, da questa data a fine 2018, quindi in sette anni, la crescita della liquidità ha registrato un aumento del 25,11% e dal 2018 a fine 2021, in soli tre anni, l’aumento di volume dei depositi è stato del 16,36%.

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L’affinità tra consulenza e investimenti etici

Sul report si legge “chi detiene un prodotto finanziario sostenibile si avvale molto di più della consulenza professionale rispetto a chi non ne possiede, per la precisione il ricorso a un professionista nel primo caso riguarda il 52% del campione e scende al 26% tra chi non investe in fondi sostenibili”. Esattamente il doppio.

L’aumento della fiducia nei consulenti non si limita ai possessori di investimenti sostenibili ma riguarda tutto il panel, tutti gli investitori del campione statistico: se nel 2019 a “essere fiducioso” era il 36% ora questa percentuale ha raggiunto il 45%.

Logicamente chi possiede investimenti sostenibili, oltre a rivolgersi con più frequenza a un professionista, riserva in lui anche più fiducia: per la precisione, è tranquillo della concretezza della consulenza il 68% dei possessori di IS, contro il 41% di chi non possiede un investimento sostenibile.

L’importanza dell’educazione finanziaria

Perché quindi tre italiani su quattro si dichiarano interessati agli investimenti sostenibili e poi, di fatto, lasciano i risparmi sul conto? Consob, in merito, non lascia dubbi: “la mancanza di conoscenze è il maggiore deterrente a scegliere investimenti sostenibili”.

Se consideriamo solo il sottoinsieme di chi si affida alla consulenza di un professionista la quota di investitori in possesso di investimenti sostenibili sale al 17%. Non solo, l’indagine rileva un’associazione positiva tra possesso di investimenti sostenibili e consulenza professionale. Per chi conosce Etica Sgr e le nostre analisi di Rischio ESG sembrerà incredibile ma i risparmiatori italiani reputano l’investimento sostenibile più rischioso rispetto agli investimenti “tradizionali”: l’87% degli intervistati dichiara che è proprio questa la ragione a frenarli dall’investire nell’universo ESG.

Subito dopo troviamo un altro tipico falso mito sugli investimenti etici e sostenibili: il dubbio circa l’effettiva performance dei prodotti finanziari sostenibili. L’86% del campione non li considera un valore aggiunto al proprio portafoglio per il timore di basse performance.

Questi due timori rientrano entrambi in quello che è emerso come il più incisivo ostacolo per l’investitore retail “non informato” (e quindi con una scarsa conoscenza in ambito IS) a investire in prodotti finanziari sostenibili, ovvero la paura del greenwashing. La paura che dietro la promessa di sostenibilità si celi un’operazione di facciata.

Il futuro è sostenibile

Secondo Consob, comunque, il 57% del campione dichiara di essere interessato a investire in IS nei prossimi due anni. Una percentuale che balza al 74%tra gli interessati e al 93% tra coloro che già li posseggono.

Etica Sgr, investimenti 100% etici 

Etica Sgr fin dalla sua fondazione nel 2000 ha scelto un approccio tridimensionale: ESG. Convinta dell’importanza di coniugare la promozione della transizione verso modelli di business più orientati all’ambiente, mantenendo una grande attenzione sull’impatto che queste scelte possano avere anche sui lavoratori e sugli altri stakeholder.

La finanza etica nasce per mettere al centro delle scelte finanziarie dei risparmiatori anche le persone e l’ambiente. Questo significa assumere una prospettiva di lungo periodo e ampliare il raggio di valutazione per i propri investimenti.

La selezione di Etica Sgr

Il processo di selezione degli emittenti è svolto internamente da un team dedicato di analisti e si è evoluto nel corso del tempo. Oggi conta su un rigoroso modello proprietario, chiamato ESG EticApproach® con un track record di quasi venti anni.

La selezione dei titoli è esaminata e approvata dal nostro Consiglio di Amministrazione su proposta del Comitato Etico della Sgr, un organismo indipendente e autonomo, costituito da figure di alto profilo e di riconosciuta esperienza nelle tematiche della responsabilità sociale.

In particolare, la selezione avviene attraverso un doppio screening. In prima analisi vengono applicati i criteri negativi di esclusione, che permettono di scartare tutti gli emittenti coinvolti in attività o settori controversi (per esempio, per le imprese, armi, tabacco, gioco d’azzardo, energia nucleare, pesticidi) o che sono coinvolti in gravi episodi riguardanti temi quali il rispetto dei diritti dei lavoratori, il rispetto dell’ambiente e la corruzione.

In seconda analisi, la selezione applica i criteri positivi di valutazione, che permettono di analizzare imprese e Stati in modo dettagliato, sulla base di parametri ambientali, sociali e di governance, attribuendo loro un punteggio sintetico. Solo gli emittenti con punteggi superiori ad una soglia assoluta, risultanti tra i migliori del proprio settore (approccio “best in class”) ed aventi un profilo qualitativo e reputazionale buono, entrano a far parte del paniere dei fondi di Etica Sgr.

Nel complesso è possibile affermare come, attraverso il doppio processo di selezione, Etica Sgr adotti una strategia che prenda in considerazione solo gli emittenti compatibili non solo con i propri valori societari ma anche con principi di sostenibilità e responsabilità sociale ed ambientale basati sulle normative internazionali di riferimento.

 

Si prega di leggere le Note legali.

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