Ucraina, sei mesi di conflitto: non esistono guerre lampo o inevitabili

Sono passati molti mesi dall’inizio della guerra in Ucraina. Un periodo di tempo sufficiente a dimostrare che non esistono guerre lampo e guerre inevitabili. Inoltre il conflitto armato non è una soluzione secondo Etica Sgr che, fin dalla fondazione, ha sempre detto no ad investimenti in armamenti e in aziende dell’industria bellica.

Dopo mesi di guerra violentissima non è stato fatto alcun passo avanti sul tavolo della diplomazia e la pace in Ucraina sembra essere lontana. Il Paese la cui bandiera richiama il blu del cielo e il giallo del grano si sta ora preparando ad affrontare un inverno che sarà di grandissima sofferenza.

In Ucraina sono 5.514 le vittime civili

Il numero di vittime civili accertate dall’inizio della guerra in Ucraina ha superato le 5mila. Il 15 agosto l’HRMMU, la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina, ha emesso un report secondo il quale sono 5.514 le persone uccise e 7.698 quelle gravemente ferite. La maggior parte delle perdite tra la popolazione è stata causata dai bombardamenti aerei durante i quali sono utilizzate bombe con effetti ad ampio raggio (non “bombe intelligenti” se mai un’arma può essere considerata tale, ma ordigni bellici vietati dalle convenzioni internazionali) che hanno colpito e ucciso in modo indiscriminato non solo obiettivi militari ma anche, e soprattutto, civili. L’HRMMU inoltre sottolinea che le perdite civili sono purtroppo considerevolmente più alte perché di molti degli attacchi sul suolo ucraino si devono ancora registrare gli effetti. Inoltre, essendo la guerra in corso, il numero delle vittime cresce giorno dopo giorno.

La minaccia di un disastro nucleare è ancora alta

Una situazione della massima gravità sui cui incombe la minaccia nucleare. Infatti un bombardamento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia renderebbe necessaria l’evacuazione istantanea di circa 400mila persone che vivono in quell’area.

Per milioni di bambini è precluso il diritto all’istruzione

Il conflitto ha un altro effetto di cui si parla troppo poco: quello sull’istruzione. Dall’inizio della guerra sono stati colpiti dagli effetti diretti e indiretti della guerra circa 5,7 milioni di bambini in età scolare, di cui 3,6 milioni a causa della chiusura delle istituzioni educative. La capacità di apprendimento è gravemente compromessa dall’esposizione acuta e continua ai traumi legati al conflitto e dallo stress psicologico che ne deriva: si tratta di fattori che aumentano esponenzialmente il rischio di abbandono scolastico.

In Ucraina 2.300 le scuole danneggiate dai bombardamenti

In tutta l’Ucraina si cerca di far proseguire le attività didattiche, ma questo impegno deve fare i conti con scuole danneggiate dai bombardamenti quando non proprio distrutte. Il Ministero dell’Istruzione stima che circa 2.300 scuole siano state colpite e siano inagibili, mentre altre 286 sono state completamente distrutte. Quelle che si sono “salvate” dai bombardamenti aerei e dagli attacchi di terra sono state in molti casi trasformate in rifugi per gli sfollati. Oltre al problema delle strutture c’è anche quello dell’assenza di personale e docenti: l’HRMMU stima che almeno 43mila insegnanti siano stati sfollati.

Entro l’inverno oltre 11,2 milioni di persone avranno bisogno di riscaldamento

Entro due mesi le temperature in Ucraina scenderanno sensibilmente e, nel caso si verificasse un inverno precoce, oltre 11,2 milioni di persone avranno bisogno di un rifugio e di riscaldamento entro la fine di ottobre perché, dopo questa data, le temperature potranno scendere fino a meno venti gradi. Inoltre bisogna considerare che migliaia di case sono state danneggiate o rase al suolo e che centinaia di migliaia di persone in tutto il Paese sono rimaste senza accesso a elettricità e gas.

Sono stati 459 gli attacchi alle strutture sanitarie

La furia della guerra non ha risparmiato nemmeno quella che è universalmente riconosciuta come una zona inviolabile. Secondo il Sistema di sorveglianza dell’OMS, infatti, ci sono stati 459 attacchi alle strutture di assistenza sanitaria, con 134 feriti e 98 morti, segnalati tra il 24 febbraio e il 16 agosto. I problemi legati alla logistica e ai collegamenti terrestri rendono inoltre difficile la consegna di medicinali urgenti e gli affollamenti nei rifugi sotterranei, la mancanza di servizi igienici e di acqua corrente, sovraespongono la popolazione al rischio di epidemie. Una situazione resa più grave dalle difficoltà a organizzare hub vaccinali.

Sono quasi 18 milioni le persone che necessitano di aiuti umanitari

La guerra ha devastato l’economia ucraina, l’emigrazione interna ha causato una diffusa perdita di mezzi di sussistenza e, naturalmente, di reddito e accesso al credito. In totale si stima che almeno 17,7 milioni di persone abbiano assoluto bisogno di aiuti umanitari.

Milioni di rifugiati sono sparsi in tutta Europa

All’inizio della guerra il numero dei rifugiati in fuga dal conflitto era stimato in 3-5 milioni. Attualmente sono circa 6,7 milioni i rifugiati registrati sparsi in tutta Europa. In Italia UNHCR riporta la presenza di circa 60mila profughi ucraini, in prevalenza donne e minori diretti principalmente a Milano, Roma, Napoli e Bologna.

L’Ucraina ha bisogno di 4,29 miliardi per prestare soccorso alla popolazione

L’ultimo aggiornamento (8 agosto 2022) del fabbisogno finanziario dell’Ucraina per far fronte all’emergenza umanitaria parla di 4,29 miliardi di dollari necessari per aiutare circa 11,5 milioni di persone bisognose fino a dicembre 2022. Ad oggi i Paesi che hanno contribuito maggiormente alle operazioni di soccorso sono: Stati Uniti d’America (1,1 miliardi di dollari), Commissione Europea (303 milioni), Giappone (118,5 milioni), Germania (92,6 milioni) e Canada (87,1 milioni). Al 17 agosto, 2,62 milioni di persone hanno ricevuto assistenza in contanti in tutto il Paese per un valore di 592,5 milioni di dollari. Ma non basta.

No armi. Dalla parte della pace

Il Gruppo Banca Etica è nato anche grazie alla spinta del movimento pacifista italiano e in Etica Sgr, fin dalla nascita, abbiamo cercato di tradurre in pratica finanziaria il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Da sempre escludiamo dagli investimenti dei fondi attività e società legate agli armamenti o in imprese che hanno legami con la produzione ed il commercio delle armi. Siamo convinti che demilitarizzare i rapporti tra gli Stati e far crescere una cultura del dialogo non armato può aiutare a trovare altri modi per risolvere quelle controversie internazionali che rischiano di diventare pretesto per la guerra.

I fondi etici di Etica Sgr non investono in aziende russe e bielorusse, così come nei titoli di Stato di questi due paesi. Ad oggi, è sospeso l’investimento dei fondi in titoli appartenenti al settore finanziario (con l’eccezione di alcuni Green Bond per il fondo Etica Impatto Clima), fortemente impattato dalla volatilità di questi mesi. Questo fa sì che le maggiori banche esposte sulla Russia non siano presenti nell’universo investibile dei fondi di Etica Sgr.

 

Si prega di leggere le Note legali.

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