In un contesto internazionale sempre più instabile, in cui non passa giorno senza che la stampa riporti nuove escalation militari, con anche minacce nucleari sempre più esplicite, la crescente diffusione dei conflitti evidenzia quanto sia urgente affermare la pace non solo come valore etico e politico, ma come diritto umano fondamentale, da riconoscere, tutelare e promuovere con determinazione.
Un progetto per promuovere una nuova visione di pace
A partire da questa consapevolezza, Etica Sgr ha ideato e promosso il progetto di ricerca “La pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli”. L’iniziativa nasce grazie alla devoluzione di una parte degli utili della Sgr alla Fondazione Finanza Etica e si avvale della collaborazione del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università degli Studi di Padova, centro di eccellenza nel campo dei diritti umani e della pace. Il progetto coinvolgerà attivamente circa 20 esperti provenienti dal mondo accademico e da organizzazioni impegnate su questi temi.
Gli obiettivi del progetto
Gli obiettivi della ricerca si muovono su un doppio binario: da un lato, analizzare il ruolo svolto da attori locali, nazionali e internazionali nel processo – tuttora in corso – di riconoscimento del diritto alla pace come diritto fondamentale, avviato nell’ambito delle Nazioni Unite, dall’altro formulare raccomandazioni utili a rilanciare e rafforzare questo percorso.
La Carta delle Nazioni Unite e l’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani forniscono già solide basi per il riconoscimento della pace come diritto fondamentale. La ricerca mira a valorizzare queste basi per trasformare la pace da aspirazione etica a diritto pienamente esigibile.
Affermare la pace come diritto fondamentale comporta sfide significative per gli Stati: significa rinunciare al diritto di fare la guerra e assumere l’obbligo di costruire attivamente la pace. Richiede misure concrete come il disarmo, il riconoscimento del ruolo delle Nazioni Unite nel mantenimento della pace e nella sicurezza internazionale, la riduzione della spesa militare e il reindirizzamento delle risorse verso educazione, inclusione sociale e sostenibilità ambientale.
Le quattro fasi del progetto
Il lavoro si articola in quattro fasi. La prima è dedicata all’analisi del contributo delle istituzioni internazionali, attraverso la raccolta e lo studio di documenti utili a comprendere il dibattito sviluppatosi all’interno di tali organizzazioni. La seconda fase approfondisce l’impegno degli enti locali italiani nel promuovere il riconoscimento del diritto alla pace, includendo anche l’esame di alcune esperienze significative della società civile. La terza parte si concentra sul ruolo di temi trasversali – quali economia e finanza etica, educazione e informazione, cambiamento climatico e degrado ambientale – nell’affermazione del diritto alla pace. L’ultima parte è dedicata alla formulazione di raccomandazioni da indirizzare a governi, all’Unione europea, agli enti locali e alla scuola.
Verranno organizzati seminari presso il Centro Diritti Umani dell’Università di Padova per discutere e condividere i risultati del progetto.
La pace deve diventare un diritto umano
Luca Mattiazzi, Direttore Generale di Etica Sgr, sottolinea così l’importanza del progetto:
“Riconoscere la pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli significa sottrarla alla logica della forza e collocarla nella sfera dei diritti e delle libertà, fondati sulla dignità della persona e sul diritto alla vita. In questo modo, la pace torna ad essere responsabilità dei titolari originari dei diritti fondamentali: le persone.
Un simile riconoscimento comporterebbe per gli Stati l’impegno a superare l’antico ius ad bellum – il diritto di fare la guerra – e ad assumere un dovere positivo verso la costruzione della pace. La sua eventuale violazione potrebbe così configurarsi come un crimine rilevante sul piano del diritto internazionale.”
Un passo concreto verso un futuro di pace
In un contesto globale in cui la pace è sempre più messa a rischio, servono scelte responsabili e coraggiose. Il progetto promosso da Etica Sgr rappresenta un passo concreto per inserire la pace all’interno della cornice dei diritti umani, contribuendo a ridefinirne il valore anche sotto il profilo giuridico, culturale e politico. Una visione che pone al centro la dignità della persona e considera la pace non come un’aspirazione astratta, ma come un diritto da riconoscere, proteggere e realizzare.
La finanza etica ha da sempre sostenuto la pace e il disarmo. In 25 anni di attività, i fondi di Etica Sgr non hanno mai investito nel settore degli armamenti, escludendo dai fondi tutte le società coinvolte nella produzione, utilizzo, manutenzione, distribuzione e stoccaggio di armi controverse – come mine antiuomo, bombe a grappolo o nucleari – e armi convenzionali, a fronte dei loro impatti negativi su persone, economie e ambiente.
Coerentemente con questo impegno, Etica Sgr ha presentato una dichiarazione congiunta con il premio Nobel per la Pace ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari), per fermare il finanziamento alle armi nucleari. L’iniziativa è stata presentata in sede ONU in occasione delle riunioni degli Stati Parte del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), un appuntamento chiave per valutare i progressi del Trattato e rafforzare l’azione internazionale su questi temi.
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