Clima, indici borsistici dei Paesi del G7 non allineati con l’Accordo di Parigi

Aumento delle temperature a livello globale, nessuno dei principali indici di Borsa del G7 è attualmente allineato con gli obiettivi fissati dall’accordo sul clima di Parigi. Si legge così nel rapporto “Taking the Temperature: Assessing and scaling-up climate ambition in the G7 business sector”, della Science Based Targets initiative (SBTi).

Il report è stato pubblicato proprio in occasione del recente vertice del G7 (che si è svolto dall’11 al 13 giugno 2021 in Cornovaglia, nel Regno Unito) e chiede alle più grandi società quotate del G7 di aumentare urgentemente la propria azione climatica.

g7 - clima

Clima: verso un aumento di 3° C (o anche di più)

Il report, realizzato da CDP e United Nations Global Compact per conto della SBTi, ha analizzato i principali indici dei Paesi del G7 (DAX30 della Germania, CAC40 della Francia, FTSE MIB dell’Italia, FTSE100 del Regno Unito, NIKKEI225 del Giappone, SPTSX60 del Canada e S&P500 degli Stati Uniti).

Sul documento si legge che, in base alle ambizioni climatiche dichiarate dalle grandi corporation quotate nei suddetti indici, si potrebbe verificare un aumento medio della temperatura di 2,95° C. In particolare «4 dei 7 indici si trovano su percorsi di temperatura pericolosi di più 3° C o superiori».

Le responsabilità delle aziende

«Le società dei Paesi del G7 hanno il potenziale per poter causare un “effetto domino” di cambiamento positivo nell’intera economia globale – ha dichiarato Lila Karbassi, a capo dei programmi del Global Compact Onu e Presidente del Consiglio di Amministrazione di SBTi – Questo rapporto evidenzia l’urgente necessità per i mercati e gli investitori di realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. I Governi devono spingersi oltre per incentivare la definizione di obiettivi ambiziosi basati sulla scienza».

Recentemente i ministri del clima e ambiente del G7 hanno esortato le imprese e gli investitori ad allineare i loro portafogli con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e a fissare obiettivi net zero basati sulla scienza per il 2050 (al massimo).

Dal G7 cresce l’interesse per il clima

Ma «lo slancio per l’azione per il clima nei Paesi del G7 sta crescendo. Di tutti gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra delle società comunicati a CDP nel 2020, il 64% degli obiettivi è stato fissato da aziende con sede nei Paesi del G7. Il rapporto evidenzia che «Nel complesso, il 2020 è stato un anno fondamentale per gli impegni sul clima, con il tasso annuale di adozione di obiettivi basati sulla scienza che è raddoppiato nel 2020 rispetto al 2015-2019».

«I risultati evidenziano progressi vitali – Alberto Carrillo Pineda, Direttore Obiettivi basati sulla scienza CDP e membro del comitato direttivo SBTi – ma dimostrano che c’è ancora molto da fare per incentivare le imprese a fissare obiettivi climatici basati sulla scienza e ad accelerare il percorso verso il net zero».

Quattro azioni urgenti per il clima

Il rapporto ha anche identificato 4 azioni urgenti per il clima da parte di istituzioni finanziarie, corporate actors, investitori e governi.

  1. Imprese e governi devono collaborare rafforzandosi a vicenda. Ne è un esempio il recente decreto esecutivo sul rischio finanziario correlato al clima dell’Amministrazione USA che ha introdotto per i principali fornitori federali il requisito di fissare obiettivi basati sulla scienza.
  2. Le imprese devono lavorare per decarbonizzare le loro catene di fornitura.
  3. Gli investitori dovrebbero incorporare obiettivi basati sulla scienza nei bond legati alla sostenibilità e nei climate financial standards.
  4. Le istituzioni finanziarie dovrebbero definire obiettivi scientifici a livello di portafogli e di impegno con le attività sottostanti. Un esempio è la campagna CDP Science-Based Targets, che coordina le istituzioni finanziarie globali per coinvolgere le più grandi imprese del mondo a fissare obiettivi scientifici allineati agli 1,5° C.

L’impegno di Etica Sgr

Etica Sgr è da sempre attiva sul contrasto all’aumento delle temperature ed è tra i sostenitori della campagna Science Based Targets perché «rappresenta le aspettative degli investitori su come le aziende possono fare la loro parte per raggiungere l’obiettivo sul clima fissato dall’Accordo di Parigi – spiega Aldo Bonati, Corporate Engagement and Networks Manager Etica Sgr – Le aziende con Science Based Targets dimostrano il loro impegno a integrare il rischio climatico nel loro sistema di gestione e sono meglio attrezzate per affrontare i rischi e le opportunità della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio».

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