Catena di fornitura sostenibile: benefici per ambiente e portafoglio

Catena di fornitura più sostenibile: ha generato una riduzione delle emissioni inquinanti pari a 663 milioni di tonnellate di anidride carbonica in 10 anni. È questo il risultato ottenuto dalle grandi multinazionali che hanno chiesto ai propri fornitori maggiore trasparenza e un minor impatto ambientale. Lo rivela il rapporto annuale dell’organizzazione CDP (già Carbon disclosure project) che ha analizzato i dati comunicati da 5.562 fornitori.

Lavoro di squadra

Catena di fornitura sempre più sostenibile

Il rapporto, giunto alla decima edizione, è stato realizzato da CDP in collaborazione con Carbon Trust, Ong nata con l’obiettivo di accelerare la transizione verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio. In dieci anni, si legge nel rapporto, la situazione è migliorata in modo esponenziale: nel 2009 erano solo 19 le aziende che chiedevano ai propri fornitori di rendicontare e agire per ridurre l’impatto ambientale, oggi sono diventate 115. I fornitori che hanno accolto queste richieste sono passati dai 634 agli attuali 5.500.

Portare avanti iniziative per rendere le propria catena di fornitura più sostenibile ha portato anche indubbi vantaggi economici. In base al rapporto CDP, le aziende che hanno chiesto ai propri fornitori maggiore trasparenza e una riduzione dell’impatto ambientale hanno risparmiato oltre 19 miliardi di dollari.

 I consumatori chiedono sostenibilità, anche dai fornitori

La sostenibilità della catena di fornitura sembra essere in cima alle priorità delle imprese di tutto il mondo. A chiederlo sono gli stessi consumatori. Lo sostiene uno studio condotto dall’ente di certificazione Dnv Gl – Business Assurance e dall’istituto di ricerca Gfk Eurisko.

Dalla ricerca è emerso che il 96% delle società, al momento di scegliere un fornitore, considera gli aspetti legati alla sostenibilità, in particolare l’impatto ambientale (56%), ma anche la sicurezza dei lavoratori e gli aspetti economici. Il merito principale di questa attenzione è dei clienti: lo studio sostiene infatti che l’80% delle imprese è stata oggetto di pressioni da parte dei consumatori per dimostrare la sostenibilità della catena di fornitura.

La strada da fare è ancora lunga

L’aumento dei fornitori che hanno aderito alle richieste di sostenibilità da parte dei loro clienti fa ben sperare, ma molti ancora non lo hanno fatto. Solo il 57% dei fornitori ha infatti ridotto il proprio impatto e appena il 35% ha un obiettivo di riduzione delle emissioni. È ancora bassa, inoltre, la percentuale di fornitori che ha dichiarato di intraprendere una valutazione del rischio legata alle foreste, solo il 47%, e ancora minore quella che ha fissato obiettivi per ridurre la deforestazione, pari al 17%.

Che la strada da fare sia ancora molta, lo dimostra anche un altro recente studio di CDP, intitolato “Higher ambition, higher expectation”. Dalla ricerca emerge che solo 47% delle aziende europee avrebbe fissato obiettivi temporali per la riduzione delle emissioni inquinanti. Un numero ancora molto contenuto, considerato il fatto che 4 aziende su 5 hanno identificato i possibili rischi derivanti dai cambiamenti climatici.

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