Un unico database ESG: la proposta della BCE alla Commissione UE

La Banca Centrale Europea lancia l’idea di un database per una gestione digitale delle informazioni ESG (ambientali, sociali e di governance) delle aziende. Un unico archivio dei dati a livello europeo, accessibile a tutti gli operatori, che permetta di superare il “monopolio” dei provider ESG. La proposta della BCE è stata lanciata in risposta alla consultazione dalla Commissione UE sull’Action plan.

Unico database ESG: la richiesta della Commissione Europea

Lo scorso 8 aprile la Commissione europea ha lanciato la Consultation on the renewed sustainable finance strategy, un ideale passaggio di consegne al nuovo Esecutivo di Bruxelles dell’Action Plan. A pagina 11 del documento, al punto 14, viene posta la domanda: «Secondo la tua opinione, l’Ue dovrebbe attivarsi per supportare lo sviluppo di un ambiente di raccolta dati che sia comune, accessibile al pubblico e gratuito, dedicato alle informazioni ESG delle imprese, incluse quelle della Dichiarazione non finanziaria

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La BCE risponde

«Un singolo punto di accesso per le informazioni corporate, inclusi i dati non financial, sarebbe un grande contributo per incrementare la trasparenza, nonché la comparabilità e la usabilità dei dati». Questa la risposta da parte della Banca Centrale Europea, che aggiunge come un tale database sarebbe una leva per valorizzare le informazioni stesse. La BCE riflette anche sull’utilità delle precedenti esperienze di database comuni, ricordando gli ostacoli, ma auspicando anche una completa revisione del modello di gestione dei dati «financial e non financial», nell’ottica di completa e pubblica condivisione.

Il nodo dell’accesso ai dati ESG

Uno dei problemi principali oggi nel valutare la sostenibilità di un’impresa e, di conseguenza, di un investimento, consiste nella possibilità di accedere ai dati originari in ambito ESG. Esiste infatti un forte sbilanciamento a favore degli advisor (in primo luogo i provider di analisi, indici e rating Esg, i soli in grado di raccogliere dati “sul campo”) nel controllo del patrimonio informativo.

Serve la tassonomia europea

Un altro problema segnalato dalla BCE è la scarsa disponibilità di informazioni a livello aziendale, indicata dall’istituto come principale causa della mancanza di standardizzazione e comparabilità nelle valutazioni degli analisti ESG. La carenza di informazioni e di trasparenza sul mercato «è aggravata dall’assenza di definizioni comuni di ciò che si qualifica come sostenibile». A tal fine la tassonomia europea delle attività sostenibili è fondamentale. Per la BCE «la sua finalizzazione dovrebbe essere una priorità». Raccomanda quindi un’accelerazione sull’attuazione degli atti delegati, «anche in vista dell’eventuale utilizzo anticipato della tassonomia nel contesto del recupero dalla pandemia di Covid-19».

 

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