INDESIT | 2012

Il 4 maggio 2012, a Fabriano, Etica SGR ha partecipato per l’ottavo anno consecutivo all’assemblea degli azionisti di Indesit Company, leader europeo degli elettrodomestici.
Etica Sgr ha votato a favore di tutti i punti all’ordine del giorno, astenendosi  dal voto relativo alla politica in materia di remunerazione del 2011, in quanto ritiene che la stessa avrebbe dovuto essere maggiormente dettagliata in termini di indicatori utilizzati per la definizione delle componenti variabili dei compensi e chiedendo, altresì,  l’introduzione di indicatori legati alla sicurezza e salute sul posto di lavoro e parametri relativi alle performance ambientali anche per l’Amministratore Delegato e i Dirigenti con Responsabilità Strategiche.
Etica SGR è intervenuta in assemblea sollecitando l’attenzione del management su alcuni aspetti della responsabilità d’impresa.
Etica SGR ha espresso apprezzamento per il costante impegno e per l’attenzione dimostrata dalla società nella redazione di un Bilancio di Sostenibilità che quest’anno ha raggiunto la massima copertura degli indicatori del Global Reporting Initiative arrivando all’ottenimento dello standard più elevato, ovvero A+. Al contempo, ha sollecitato l’impresa a pubblicare il Bilancio in una data antecedente l’assemblea in modo da poter esser visionato da tutti i portatori di interesse.
In un momento così difficile per l’economia italiana ed europea, che sta avendo significative ripercussioni in termini occupazionali, Etica SGR ha invitato la Società a prestare una particolare attenzione alle tematiche relative alla stabilità del posto di lavoro; per tale motivo ha chiesto un aggiornamento in merito ai piani di ricollocazione dei lavoratori degli stabilimenti di Brembate e Refrontolo, chiusi nel 2011, e agli ultimi sviluppi relativi alla delicata situazione dello stabilimento di None, del quale si parla di chiusura a fronte di una delocalizzazione della  produzione di lavastoviglie in Polonia.
Inoltre, Etica SGR, in qualità di investitore responsabile e di lungo periodo e in considerazione dei risultati di esercizio in netto calo rispetto al 2010, avrebbe preferito che una parte più consistente degli utili netti conseguiti fosse stata mantenuta in azienda, per lo sviluppo futuro, piuttosto che destinata agli azionisti sotto forma di dividendi.

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