Addio plastica: Europa, stop ai “nemici dei mari”

Addio plastica! Dimenticate posate, cotton fioc, contenitori per alimenti, cannucce, aste per i palloncini in plastica monouso.
In futuro questi prodotti potranno essere realizzati solo con materiali riciclabili. Lo ha stabilito una direttiva approvata dalla Commissione Europea lo scorso 28 maggio. Al bando i 10 prodotti di plastica monouso “che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa”.

Un aiuto fondamentale per l’ambiente

“Le materie plastiche sono diventate uno dei materiali più prolifici del pianeta: nel 2015 ne abbiamo prodotto circa 380 milioni di tonnellate a livello globale, rispetto a 2 milioni di tonnellate degli anni ’50”, spiega l’OCSE – l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – nella nuova relazione Improving Markets for Recycled Plastics. Se la proposta di direttiva fosse attuata così come è stata presentata, sostiene la Commissione, si potrebbe “evitare l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente” e “si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030”.

I passi della Direttiva

sede commissione europea

Quello lanciato dalla Commissione Europea è, infatti, un piano molto ambizioso per la messa al bando di numerosi prodotti di plastica usa e getta, tra le principali cause di inquinamento degli oceani e delle acque dolci di superficie. Ora la palla passa al Parlamento Europeo e al Consiglio, che dovranno dare il loro via libera o modificare la direttiva. La Commissione ha chiesto che al tema sia data massima priorità, in modo da avere i primi risultati entro la primavera del prossimo anno, quando ci saranno le elezioni europee. Spetterà poi ai singoli Stati recepire le nuove normative e assicurarsi che siano applicate a livello nazionale.

Bottiglie di plastica da restituire

La direttiva prevede anche che, entro il 2025, gli Stati membri debbano raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica usa e getta. La Commissione suggerisce di adottare il sistema della cauzione-deposito, come viene già fatto per il vetro e per altri tipi di bottiglie in alcuni stati membri. Ogni stato membro dovrà anche incentivare una riduzione nell’impiego di contenitori per alimenti e tazze per bevande di plastica. Lo potrà fare fissando obiettivi nazionali di riduzione, promuovendo l’uso di prodotti alternativi presso i punti vendita o impedendo che i contenitori di plastica siano distribuiti gratuitamente (come accade già per i sacchetti di plastica al supermercato).

I contenitori per bevande di plastica usa e getta dotati di tappo potranno essere venduti solo se la loro copertura resta attaccata al contenitore. Altri prodotti come gli assorbenti igienici e le salviette umidificate dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indica il loro impatto negativo sull’ambiente.

Il valore economico del riciclo della plastica

plastica riciclata

Le istituzioni europee sono da tempo impegnate nell’affrontare quella che ormai è una vera e propria emergenza: l’inquinamento prodotto dai rifiuti in plastica. Pochi giorni fa l’Ocse ha analizzato gli ostacoli più diffusi al riciclaggio della plastica.

Attualmente solo il 15% di questi rifiuti viene raccolto e riciclato in materie secondarie a livello globale ogni anno. Un quarto viene incenerito e il resto finisce in discarica, bruciato all’aria aperta o abbandonato nell’ambiente.

Un’opportunità di business

Con la direttiva sulla plastica vengono coinvolti direttamente anche i produttori, che dovranno contribuire ai costi di gestione e bonifica dei rifiuti. Chi produce oggetti di plastica monouso dovrà inoltre farsi carico dei costi di sensibilizzazione sull’impatto ambientale di contenitori per alimenti, involucri di vario tipo, contenitori per bevande, sigarette e altri prodotti del tabacco con filtro, salviette umidificate, palloncini e buste di plastica leggere.

Una serie di norme che potrebbero aprire spazi per nuovi business in Europa. Lo scrive la Commissione europea in un tweet. “Potremmo cerare prodotti sostenibli che il mondo chiederà nei decenni a venire e estrarre valore economico dalle nostre preziose risorse.

Etica Sgr per la riduzione dell’impatto ambientale

Etica Sgr seleziona per i propri investimenti le società più attente alla sostenibilità e al benessere collettivo. Ogni titolo in portafoglio infatti deve superare un rigoroso processo di selezione che prevede l’applicazione di criteri negativi di esclusione di attività e settori controversi e di criteri di valutazione basati su aspetti ambientali, sociali e di governance.

La dimensione ambientale, nello specifico, è di grande aiuto nell’analisi dei titoli per l’identificazione dei rischi e delle opportunità a cui le società possono essere esposte. Per questo motivo l’approvazione della direttiva sulla plastica è per noi una buona notizia e un possibile strumento per la riduzione dell’impatto ambientale.

Vuoi saperne di più sulla misurazione dell’impatto degli investimenti? Scopri il nostro Report di Impatto.


Ambiente Economia circolare Emissioni CO2 Plastica Riciclo
Ti potrebbe anche interessare