Il 4 dicembre 2025, presso l’Auditorium Ara Pacis di Roma, luogo dal profondo significato storico e simbolico, Etica Sgr ha celebrato i suoi primi 25 anni di attività. Un anniversario che Etica ha scelto di trasformare in un momento di riflessione pubblica sul tema forse più urgente del nostro tempo: la Pace come diritto umano fondamentale della persona e dei popoli.
La pace è infatti uno dei valori fondativi di Etica Sgr, non solo un principio ispiratore ma un fondamento operativo che in 25 anni ha guidato scelte di investimento coerenti, a partire dalla decisione di non investire nel settore degli armamenti, orientando tutte le strategie verso un’idea di finanza che promuove diritti umani e coesione sociale.
Rivivi i momenti principali dell’evento
Pace come diritto umano
L’iniziativa ha riunito istituzioni, accademici, rappresentanti della società civile, investitori e operatori finanziari. Un dialogo necessario in un momento storico segnato da una crescente fragilità della stabilità internazionale.
Negli ultimi mesi, questo impegno si è concretizzato in un importante progetto di ricerca realizzato con il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova, che ha portato alla pubblicazione del volume Pace Diritto Umano, presentato in occasione dell’evento celebrativo dei 25 anni di Etica Sgr.
Il lavoro analizza in modo multidisciplinare la pace come diritto umano fondamentale, bene pubblico e variabile economica capace di incidere in modo concreto sulla qualità dello sviluppo, esplorandone le radici giuridiche, politiche, economiche e culturali del diritto alla pace. Il volume raccoglie inoltre una serie di raccomandazioni indirizzate ad attori sociali, istituzioni, agenzie educative ed enti locali, nonché all’Unione Europea e al Governo e Parlamento italiani, e un’ampia antologia di atti giuridici e politici. Completa il volume una proposta di “Trattato sul diritto alla pace”.
Il progetto nasce dalla convinzione che affermare la pace come diritto umano sia oggi non solo urgente, ma una responsabilità che riguarda tutti, istituzioni, investitori, cittadini.
La tavola rotonda
L’evento di Roma ha ospitato una tavola rotonda moderata da Pietro Saccò di Avvenire, che ha riunito voci autorevoli del mondo finanziario, accademico e giornalistico. Tra i partecipanti:
- Ugo Biggeri, rappresentante europeo di GABV;
- Manuela Borraccino, giornalista e saggista esperta di Medio Oriente;
- Marco Mascia, Presidente del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”;
- Susi Snyder, Programme Coordinator di ICAN (Premio Nobel per la Pace 2017).
Il confronto è partito da alcune domande cruciali, che oggi interrogano tanto la finanza quanto la società civile:
- Come siamo arrivati a definire “sostenibile” ciò che alimenta la guerra?
- Qual è il prezzo umano e ambientale dei conflitti che non arriva nei nostri notiziari?
- Quanto il linguaggio e le narrazioni mediatiche influenzano la nostra capacità di costruire la pace?
Il dibattito ha messo in luce come la finanza etica sia uno strumento concreto per la promozione della pace, orientando risorse, strategie e priorità economiche verso la tutela dei diritti umani, il dialogo e la convivenza pacifica tra i popoli.

Il costo delle guerre e i benefici della pace
La stabilità internazionale attraversa oggi una fase di vulnerabilità senza precedenti dagli anni Novanta: la pace non è più un presupposto implicito dell’economia globale, ma una variabile fragile, esposta a continui shock geopolitici. L’aumento dei conflitti e l’erosione degli equilibri democratici rendono la sicurezza globale un tema finanziario di primo piano, con impatti diretti sulla percezione del rischio, la costruzione dei portafogli e le dinamiche dei mercati.
La spesa militare globale, che nel 2024 ha raggiunto il record storico di 2.718 miliardi di dollari, sottrae risorse a settori strategici come istruzione, sanità e ambiente, i cui ritorni economici e occupazionali sono significativamente superiori. Studi comparativi evidenziano che 1 miliardo di euro investito nella difesa genera in Italia appena 741 milioni di produzione aggiuntiva, mentre la stessa cifra destinata a istruzione, sanità o ambiente può arrivare a produrre fino a 1,9 miliardi. Anche sul fronte occupazionale, la differenza è marcata: circa 3.000 nuovi posti di lavoro creati dalla spesa militare contro un potenziale fino a 18.000 nell’economia civile.
La Pace, dunque, non è solo un valore: è una condizione economica.
In questo scenario, anche i mercati finanziari mostrano segnali allarmanti: l’esposizione dei fondi europei ESG verso il comparto difesa è passata da 3,2 miliardi nel 2022 a oltre 7,7 miliardi nel 2025. Una deriva che solleva domande urgenti su cosa si possa oggi definire “sostenibile”.
Un nuovo punto di partenza: la Pace oltre l’assenza di conflitti
Dal volume emerge chiaramente la distinzione tra “pace negativa”, intesa come semplice assenza di conflitti, e “pace positiva”, costruita quotidianamente attraverso disarmo, giustizia sociale e inclusione. La pace non è un punto di arrivo, ma un processo attivo di costruzione collettiva, e il suo riconoscimento giuridico rappresenta una condizione necessaria per la piena realizzazione di tutti gli altri diritti umani.
La finanza etica nasce proprio da questa consapevolezza: ogni scelta economica è anche una scelta di valori. Riconoscere la pace come diritto fondamentale significa affermare la centralità della persona, significa chiedere agli Stati di superare l’antico ius ad bellum, il diritto di fare la guerra, e di assumere invece un dovere positivo verso la costruzione della pace.
Marco Carlizzi, Presidente di Etica Sgr, ha dichiarato: “Celebrare i 25 anni di Etica Sgr in una cornice simbolica come l’Ara Pacis significa riaffermare un principio che per noi è fondativo: la Pace è una condizione indispensabile per lo sviluppo economico. Non solo: è una responsabilità che ci riguarda tutti, istituzioni, investitori, cittadini. In un momento storico segnato da instabilità e conflitti, la finanza ha il dovere di interrogarsi sul proprio ruolo e sulle conseguenze delle proprie scelte. Con questa iniziativa vogliamo contribuire a un dibattito necessario: dimostrare che orientare gli investimenti verso la tutela dei diritti umani e della dignità delle persone non è solo possibile, ma urgente. La finanza etica nasce da qui: dall’impegno concreto a costruire, ogni giorno, le condizioni della Pace.”

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