La nuova normalità del pericolo climatico e la necessità di un cambio di paradigma

Oggi, la minaccia del pericolo climatico non è più argomento di nicchia, riservato a scienziati o ambientalisti, ma è un tema universale. I cambiamenti climatici, causati prevalentemente dalle attività umane, stanno modificando drasticamente le condizioni del nostro Pianeta, portando, tra gli altri, a un innalzamento delle temperature, a fenomeni meteorologici estremi, all’innalzamento del livello del mare. Questi cambiamenti mettono a rischio la vita delle persone e l’accesso a risorse fondamentali come l’acqua e il cibo, la stabilità dei nostri ecosistemi e, infine, l’abitabilità del nostro Pianeta.

Il pericolo climatico è strettamente correlato alla messa in sicurezza del territorio, aumenta la frequenza e l’intensità di eventi naturali estremi come alluvioni, siccità, ondate di calore, uragani, che possono avere conseguenze disastrose sulle infrastrutture umane, sugli ecosistemi e sulla salute pubblica. La messa in sicurezza del territorio rappresenta dunque una componente essenziale della risposta al cambiamento climatico. Uno degli obiettivi odierni di istituzioni e organizzazioni è quello di sviluppare e implementare strategie di adattamento e mitigazione che permettano di coesistere con il cambiamento climatico, riducendo al minimo i danni e garantendo la sicurezza e il benessere delle popolazioni presenti e future.

È necessario un cambio di paradigma che ci porti verso una gestione sostenibile e rispettosa del territorio, adottando un approccio che tenga conto sia dell’adattamento che della mitigazione del pericolo climatico. Un territorio sicuro è un territorio in cui l’uomo e la natura possono convivere in equilibrio, rispettando i limiti e le opportunità offerte dal nostro Pianeta.

Bisogna moltiplicare le azioni per la sicurezza delle comunità e dei territori

Eventi climatici estremi non possono più essere rubricati come fatalità naturali perché fanno capo a una “nuova normalità”. Proprio con queste parole lanciava l’allarme Legambiente Emilia-Romagna il 23 novembre 2022 all’indomani delle forti ingressioni marine che avevano colpito i litorali Ravennate e Ferrarese. Il rischio alluvione era noto ma sono mancati ieri come oggi, come sottolinea l’ISPRA, gli interventi necessari a contenere le conseguenze, a partire dalla insufficiente manutenzione dei corsi d’acqua fino all’eccessivo consumo di suolo.

Va proprio in questa direzione l’appello lanciato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per la meteorologia, la climatologia, l’idrologia operativa e le scienze geofisiche, in occasione dell’ultimo aggiornamento dell’Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute ai rischi meteorologici, climatici e idrici.

pericolo climatico

I dati dell’Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute ai rischi meteorologici

Lo studio, che traccia il costo umano ed economico degli eventi meteorologici, climatici e idrici estremi dal 1970 al 2021, sottolinea l’importanza di moltiplicare le azioni di “allerta precoce” (early warnings) definendole come una “priorità strategica mondiale”.

Infatti è proprio grazie alla messa a terra dei protocolli di allerta e delle azioni preventive che è stato possibile salvare milioni di vite umane: per la precisione il tasso di mortalità per eventi climatici estremi dalla decade 1980-1989 a quella 2010-2019 è calato del 72%. Diametralmente opposto è invece il trend delle perdite economiche che dai 305 miliardi della decade 1980-1989 cresce verticalmente negli anni per arrivare a toccare quota 1.476 miliardi nel periodo 2010-2019. Un incremento del 383%, come mostra il grafico qui sotto.

cambiamento climatico perdite di vite e perdite economiche

I dati che emergono dell’Atlante della mortalità e delle perdite economiche mostrano inoltre la facies più beffarda del cambiamento climatico. Gli eventi atmosferici estremi infatti danneggiano, sia per quanto riguarda le perdite umane che quelle economiche, in particolar modo i Paesi emergenti: ovvero quelli meno responsabili in termini di azione antropica dell’innalzamento della temperatura mondiale. Per la precisione oltre il 90% dei decessi segnalati in tutto il mondo si è verificato nelle economie in via di sviluppo.

I Paesi meno responsabili del cambiamento climatico sono quelli più a rischio

Rilevante è anche il dato relativo alle perdite economiche, infatti nonostante il 60% delle perdite economiche mondiali dovute agli eventi meteorologici estremi riguardi le economie sviluppate, il calcolo dei danni sul PIL nei Paesi ad alto reddito si ferma in media a meno dello 0,1% e, da quando il danno viene rilevato, non ha mai superato il 3,5% dei rispettivi Prodotti Interni Lordi.

Nei Paesi meno sviluppati invece il 7% degli eventi per i quali sono state segnalate perdite economiche ha avuto un impatto equivalente a più del 5% dei rispettivi PIL, con diversi eventi che hanno causato perdite economiche fino a quasi il 30%.

Una situazione ancora più critica riguarda invece i piccoli Stati insulari in via di sviluppo dove il 20% degli eventi climatici con perdite economiche dichiarate ha avuto un impatto equivalente a più del 5% dei rispettivi PIL, con alcuni eventi atmosferici che hanno causato perdite economiche superiori al 100% del Prodotto Interno Lordo. Ed è proprio in questi Paesi che si registra la copertura più bassa per misure e fondi stanziati per i protocolli di allerta precoce.

L’importanza della finanza etica per realizzare un cambio di paradigma mondiale

La finanza etica indirizza i flussi finanziari verso la sostenibilità nella sua accezione più ampia che include i concetti di inclusione, sicurezza, equità, benessere. Perché per raggiungere globalmente i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dalle Nazioni Unite e fronteggiare i rischi che provengono dal cambiamento climatico è necessario un cambio di paradigma coordinato e proattivo a tutti i livelli della società.

È necessario l’impegno di tutti, dei Governi, dei grandi gruppi imprenditoriali fino ai singoli cittadini. La scelta di investire i propri risparmi in modo etico permette di massimizzare i benefici per le persone e per il Pianeta.

Etica Sgr ha nella sua vision il superamento del trade-off tra ragioni economiche e ragioni ambientali, perseguendo uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo da un punto di vista finanziario e dell’economia reale, attraverso scelte responsabili. Investire in fondi etici significa pianificare gli investimenti in ottica ESG (Enviromental, social and governance), coniugando valore economico e impatti positivi per ambiente e società.

 

Si prega di leggere le Note legali.

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