Non c’è investimento etico senza governance

Governance e investimenti etici. A prima vista non sembrerebbe, ma fra i due esiste un legame strettissimo che esula dall’ambito della pura compliance e del mero rispetto di una cornice normativa sempre più ricca e in rapidissima evoluzione. Basta passare al microscopio la “G” dell’acronimo ESG per capire quanto il buon governo societario rappresenti una variabile fondamentale che tutti gli investitori responsabili devono prendere in considerazione e dal quale deriva anche l’adesione alle tematiche ambientali (E) e sociali (S). L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), infatti, definisce la governance come “la struttura e i sistemi attraverso i quali la società è diretta e i suoi obiettivi sono fissati, e sono determinati i mezzi per raggiungere tali obiettivi e monitorare le prestazioni”. In pratica la governance rappresenta il primo passo, il punto di partenza senza cui l’adozione da parte del mondo produttivo di pratiche di business che consentano di tutelare l’ecosistema e di contenere il cambiamento climatico, promuovendo al contempo il capitale umano, rimarrebbero esclusivamente vane aspirazioni.

Perché è una missione complessa

Una moderna governance aziendale deve usare il “grandangolo”. Gli obiettivi aziendali non riguardano più soltanto il perseguimento del profitto, priorità degli shareholder (chi possiede un pacchetto azionario) ma si allargano anche alla tutela degli interessi degli stakeholders.  I “confini” dell’azienda si estendono oltre il perimetro tradizionale includendo sempre di più anche soggetti che prima erano considerati esterni, altri portatori di interesse coinvolti a vario titolo nell’attività di business: non solo dipendenti, fornitori, organizzazioni sindacali ma anche, per esempio, gli abitanti di una comunità in cui l’azienda opera e che potrebbero subire gli effetti negativi di un suo approccio al business poco rispettoso dell’ambiente, dei diritti del singolo, della salute pubblica. È principalmente su questa capacità che si valuta oggi il governo societario.

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La guida delle Nazioni Unite per avere solide pratiche di governo

La rilevanza della corporate governance a livello di emittente e le implicazioni per il processo di investimento, sono ribaditi dall’iniziativa Principles for Responsible Investment, una rete di oltre 4mila istituzioni finanziarie supportata dalle Nazioni Unite che collaborano allo scopo di favorire gli investimenti responsabili applicando sei principi. Il network che ha mosso i primi passi nel lontano 2005 per volere dell’allora segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha realizzato una guida destinata agli investitori istituzionali e ai loro consulenti che rappresenta un vero e proprio vademecum per i proprietari di asset che desiderano promuovere solide pratiche di governo societario tra le imprese partecipate.

  • La prima indicazione della guida consiste nell'”incorporazione dei principi ESG nell’analisi degli investimenti e dei processi decisionali“. Non esiste un approccio unico per raggiungere questo obiettivo ma in linea di massima sarà necessario curare la remunerazione dei dirigenti da legare al raggiungimento degli obiettivi ESG, la composizione del consiglio e le procedure di revisione; considerare la governance aziendale nella modellazione dell’asset allocation, analizzando le tendenze di governance all’interno delle classi di attività e in settori specifici; valutare la capacità dei gestori degli investimenti esterni di incorporare efficacemente l’analisi delle questioni di governance aziendale nelle decisioni di investimento; promuovere una maggiore formazione sulla governance aziendale per i professionisti degli investimenti.
  • Il secondo passo riguarda lo sviluppo e la diffusione di politiche di voto basate su linee guida che coprano i fattori di corporate governance e la possibilità di fare leva proprio sui diritti di voto per sostenere i principi di buona governance o per imporre il loro rispetto.
  • Il terzo consiste nella promozione di una strategia di trasparenza e di divulgazione. In questo caso l’investitore dovrà richiedere alle società informazioni dettagliate quando ci si discosta dalle pratiche aziendali raccomandate da standard riconosciuti a livello internazionale; avere indicazioni su come le questioni di governance aziendale vengono integrate nell’analisi degli investimenti, nel processo decisionale sugli investimenti e nelle attività di gestione; prevedere un’adeguata rendicontazione pubblica ai beneficiari e/o ad altri stakeholder sulle azioni intraprese nell’ambito della governance aziendale come parte del processo di investimento.

Le grandi economie che guardano a sostenibilità e responsabilità

Un altro standard internazionale di riferimento per una corporate governance etica è rappresentato dai nuovi principi di corporate governance varati nel settembre del 2023 dal G20/OCSE, approvati a settembre del 2023 dopo 18 mesi di lavori.

Una fra le principali novità rispetto alla precedente edizione risalente al 2015, riguarda proprio gli aspetti etici e ambientali: le imprese, infatti, sono invitate a rendere pubbliche le loro iniziative e i risultati misurati attraverso specifici indicatori riguardanti questi due ambiti. Inoltre, nel sesto e ultimo capitolo del documento si ribadisce come la transizione sostenibile vedrà ancora più al centro le aziende chiamate, anche dal punto di vita normativo e non solo volontario (si pensi al varo della CSRD in Europa), ad adeguarsi agli stringenti standard ESG. Il tutto nella consapevolezza che promuovere la sostenibilità e la resilienza delle singole imprese avrà conseguenze positive sull’intero sistema economico.

Un corretto governo societario che prenda nella giusta considerazione questa evoluzione sarà automaticamente in grado di mettere in atto, in primo luogo, una corretta gestione dei rischi, limitando eventuali danni e cogliendo contemporaneamente le principali opportunità di crescita. Il risultato sarà l’aumento di fiducia degli investitori e la crescita economica.

G di governance, l’impegno di Etica Sgr

Il tema della governance aziendale, legato ad elementi quali l’indipendenza del Consiglio di Amministrazione, la separazione tra Presidente del CdA e Amministratore Delegato/Direttore Generale, la diversità di genere nel Consiglio di Amministrazione e i sistemi retributivi, ricopre un’importanza rilevante nell’analisi di Etica Sgr, perché un’impresa governata bene ha maggiori possibilità di dare buoni risultati economici nel lungo periodo. In particolare, attraverso l’attività di Stewardship ed engagement Etica Sgr intraprende un dialogo costante e diretto con le imprese in cui investono i fondi da questo punto di vista, al fine di promuovere pratiche aziendali etiche e sostenibili. Inoltre, vota alle loro assemblee per conto dei propri investitori e si confronta con governi e legislatori per suggerire comportamenti responsabili e promuovere un modello di sviluppo sostenibile. Queste attività si prefiggono un duplice obiettivo:

  •  Realizzare cambiamenti positivi, promuovendo l’integrazione della sostenibilità socio-ambientale nella strategia degli emittenti
  •  Creare valore nel lungo periodo, generando benefici finanziari in termini di minore volatilità e maggiore potenziale di crescita dei titoli investiti.

Vuoi scoprire tutti i risultati dell’attività di dialogo con le imprese? Scarica il nostro Engagement & Stewardship Report.

 

Si prega di leggere le Note legali.

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